Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

La crisi del Teatro 17 preti. :È dal Rinascimento italia1110che nasce la struttura a-rchitet– to111icadel Teatro moderno. :m dagli scem.ografi italiani, del cinque e del seicento, che ha origine la moderna scenografia ,europea. E sono ,stati gli attori italiallli a insegnare all'Occidente, 00111 la Com– media dell'arte, la tecnica della recitazione. Dagli Andreini, dai Martinelli, dal Bi31llcolelli, da Scaramucci;:.t,che fu maiestro di Mo– lière, fLno ai grandi e grandissimi nomi della Ristori, del Mod'eina, del Salvi!Ili, d'Ernesto Rossi e della Duse, l'eccellenza degli artisti dramma,tici italiani è stato un fatto innegabile; riconosciuto in tutto il moindo ; dove anche oggi i grrundi maestri della scena si ri– fanno al loro esempio, e Stalllislawski si proclama discepolo di Salvini, e i Russi modernissimi, e i Tedeschi, e Jacques Copeau ban– discono il ritorno ai metodi della Commedia, dell'•arte, e il nome della Duse è universalmente circo111fusoda un alooe di leg,genda e quasi di mito. · Gol prilllcipio del nostro secolo, tutto questo pare rapidamente crollato. :m avvenuto, in Europa, e in Americ_a, qualcosa che ha mu– tato profonda.mente la situamone. Bisogna rioordaie che i comici itali-ani dell'arte avevano anche creato, come il Croce ha bene accennato, un modello d'organizza– zione servito poi per tre .seooli buooi a tutta Europ·a; ossia la com– pagmia oomposta di attori specializzati ognu!Ilo in un suo proprio ruoTlo, e pronti a dar vita scenica a tutti quei personaggi veri o fit– tizi, creaziooe d'un poeta o suggerimento -d'un autore mestierante, i cui lineamenti si presta,ssero a co:imcidere più o meno con le indi– viduali facoltà ,di ciascun attore: in altri termi ni, a servirsene essenzialmente di pretesto per mamifestare se stes.si, suppergiù, come avveniva, appunto, con gli <<scenari)) della Comme dia dell'arte. In un'organizzaziollle di questo gelllere, di attori vagabondi, per i qua.li l'apparato scenografico 00111tava pochissimo, e anche l'opera de ll'au– tore spesso rimruneva in seoondo piano, quel che triolllfava er-a la persolllale genialità del oomico, le sue capacità d'adattamento e, con l'aiuto del su.g,geritore, d'imp,rovvisaziollle. Il comico itali3.lllo non aveva, di regola, molto profondamente studiato il poeta, il suo spirito, la sua opera, il suo personaggio: s'era piuttosto curato di trarre, da cotesto personaggio, le occasioni allo sfoggio delle sue proprie virtù: virtù di dizione, di gesto, di mimica: virtù, da secoli, straordinariamente sviluppate; virtù ch'erano la principale, indi– viduale attrattiva dello spettacolo. E quaindo, a mettere insieme cote– sto spettacolo, conoorrevan-0 parecchi attori forniti di .qualità, se non sempre dello stesso rango, almeno di na-tur,a abbastanza simile, s'ave– v·ano quelle compagnie di complesso, grandi o piccole, 111elle quali anche oggi lo studioso, leggendo una serie di nomi insigni uno ac– ~anto all'altro, sbalordisce: oome nella Francesca del Pellioo, re– citata, cla Adelaide Ristori Francesca, cla Ernesto Rossi Paolo, e da 2. - Pèrwso. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy