Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
I I rn S. d' Arnfoo vuol dir fare appello ai sentimenti che lo raccolgon•o, che lo colle– gano che lo fanno uno. E parlarg'li da poeta, vuol dire .scoprire, ilil cotesti sentimenti, i più [lObili; vuol dire, se questi sentimenti fos– sero sop,ìti e 111ascosti,risvegliarli, rivelare l'assemblea umana a, se stessa,, farla riooooscere ne' suoi •sogni più puri, e nelle sue aspi– razioni più alte; f~re, i[lsomma, opera «religiosa>>. E consolare. Perché non è vero che, in passato, la grande Tra– gedia, a[lche [}_ellesue luttuose catastrofi, fosse, d'i regola, etica- , mffilte disperata-. Anche rappresentando la sconfitta dell'eroe, essa lo glorificava; anche uccidendolo materialmente, esaltava l'immor– talità d'un'idea, d'una legge suprema, d'u[la, fede: come [}_ellatri– logia grec·a, che con la cata,rsi finale riconduceva l'amimo dello spettatore alla riconquistata -pace, all'ordine ristabilito, all'i[ltima purificazione e adesione a una superiore Volontà divina, governa– trice della vita e della morte; o come in Shakespeare il quale, no,nostamte il suo cosiddetto agnosticismo, è in realtà, anche 111ellP commedie, uno de' poeti più intimamente e, diremmo, cattolica– mente morali, che siamo mai apparsi sulla scena. Qurundo una fede tornerà ana Poesia drammaitica, s'intende bene no[l per volenteroso proposito o per adozione di tesi ufficiali, ma dall'intimo, organicamente e magari i111COITTsapevolmente, in quanto i poeti tomeranno a credere irn qualche cosa; allora i loro appelli potranno essere raccolti, 1J1on dalle sole élites, ma dalle masse; in cui il bisogno di fede è fatale. E in un tale avvento noi speriamo e crediamo. Crediamo che l,a crisi attuale della- Poesia d!ramrnatica ,sia non u111 sintomo di morte, ma di vitalità. Il Teatro del nostro tempo è ma.Iato; ma, almeno in molti casi, si tratta d'uma malattia a,ssai più nobile della train,quillità digestiva che in altri tempi fu il suo ideale. Esso confessa la sua ma1J1camza di certezze, ma non n'è contento, bensì se n'acc•ora; ostenta- il dubbio, ma con U111a irrisione a cui corrispo1J1dei1J1 segreto una mordente inquietudine; 111ega,ma anelando a credere. E insomma non sta pa.g,oal suo disorientamento, bensì se ne affMma: ·donde il princip,io della, sua sperata r-edenziooe. Se· la sua è malattia,, vogliamo che sia ,quella da cui 111asce la perla. VI. La crisi della Poesia drammatica-, la crisi degli autori, in senso etico e sociale piuttosto che estetfoo, s'è visto che è oomu[le a tutto il mondo. Ma c'è U111'altracrisi, ahimè tutta italiana, che è in certo senso nuova 1 e gravissima come d'a secoli, fra noi, no[l era stata: la crisi 1J1011 degli autori ma degl'i1J1terpreti. Crisi m1:0vain Italia; perché se nell8i storia della scena italiana nn fenomeno è indiscutibile, esso è bene il primato de' suoi iinter- BibliotecaGino Bianco
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