Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
La crisi del Teatro 15 sembra che la bussola sarà mostrata dalla scena, i cui artisti ri– sentono, e oome, dello smarrimento generale. Gli scintillanti paradossi ,sociali di Shaw, la disperazio111ed' An– drèief (morto, è vero, dluraITT.te la guerra-, ma antesignaino d'uno stato d'amimo nuovo) che pa,r credere in un mondo governato da u111 Dio nemico, l'angoscia di Pira-ndello che torna a domandarsi, ma senza i conforti- cristiani di Caldero111,se l'esistenza umana non sia tutta U1I1 cattivo sogno, la stanca desolazione degl'intimisti fram– cesi rabbrividiti davanti ,alla mon-otooa inutilità della vita, il di– battersi dei tedeschi sott() una tor,na ossessione di certi problemi morali e specialmente sessuali, possono esp,rimere, e oome dicevamo han1110 espresso, -opere d'arte alle volte ainche insigni: ma che son 111ate dal tormento d'un' élite, che interessaino dove più dove meno gruppi -cl'intellettuali attratti dagli stessi quesiti; !IlOIIl si rivolgono alla gran folla, tuffata nella- materiale soddisfazione dei piaceri sen - sua-li, a cui la delusa morale del Dopoguerra sembra averla ridotta. Di qui il distacco fra p,ubblico e Teatro; di ,qui l'incomprensione fra spettatori e critica; di qui l'assurdo dei « teatri piccoli>>, tentati ilil tutta Europa, oon una ver,a e propria contraddizione in termini; ché Teatro e folla si presuppongono a vicoo-da, e tutti i graIDdi poeti dra mmatici d el passato hanno scritto per il gran pubblico. Si pensi, per porta.re qualche esempio attuale ed ecceziona,le, 01 trionfo che ha avuto dovunque il più bel dramma di guerra del tempo 111ostro, Il gran v,iaggio di Sheri:ff : dlove si esprime senza retorica, con ooa · semplicità, evidente e im mediata, il sen timento provato dalla mas– sima parte della- borghesia cornbattem.te: la borghesia modesta, 'scet– tica e senz'ideali, che affrontò la guerra europea, non per convin– zio111i profonde, ma come un'inevit,abile prova a cui non era lecito sottrarsi : terrore fisico irresistibile, e tuttavia superato da un :• senso a cui non si poteva rinunciare, quello della dignità umana. Oppure, per scendere molti gradini più in giù, si ricordino i mi– lioni guadagnati in tutto il mondo da Pagnol col suo Topaze, com– media grossolana, ma rispondente all'idea che la somma del pub– blico s'è fatta, in Europa e i,n America, di certa oorruzione nella vita sociale d'oggi. Ma se voi parlate al gran pubblico di quello che non i111tende non sente, è naturale ch'egli v'abbandoni, e si rivolga ad altri oggetti di più facile interesse. Perciò ripètiamo che oggi la crisi della produzione teatrale (della Poesia drammatica,), è crisi «religiosa)) : usando questa parola (sia detto ben chiaro, perché più d'uno ha mostrato di fraintende'rci) non nel senso che aborriamo, e che, d'el resto essa non ha, mai avuto, moralistioo, didascalico, precettistico, o simili; e 111emmooo in senso coofessionale; ma nel suo senso 1-a-to,etimologico. Religio vuol dire legame; ecol_esìa vuol dire adunata. Parlare a un pubblico di teatro, BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy