Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

14 S. d'Amico Ingrato e faticoso. Ma è giusto avvertire subito che questi ag– o·ettivi si possono si debbono estendere, in massima, anche a mol– tissimi dei dramU:.aturghi stranieri CO[ltemporanei. L'ottimismo di– venterebbe puerile, e s'urterebbe i[l tr,opp,omalo modo con la realtà, se non ci si rendesse conto d'un fatto essenziale: che cioè una gran part e di qu esto Teatro, a,nche vivo, anche sincero, anzi appunto per– ciò, r-e.ca stimmate le quali no[l lo rendono acoetto al ,gram pub– blfo o, alme no come un giorno gli furono accetti quelli dei Greci e del Medioevo, di ,Shakespeare e del Rinascimento spa,,gnolo, di Mo– lière e d'ell'ottocento francese. Questo è il fenomeno nuovo, a cui il Gémier alludeva rfacendo la sua diagmosi, che a noi pa,re tra le più giuste, del Dramma 0ollltem– poraineo. Troppo spesso oggi il Dramma ha perduto quello che è, praticamente, la sua inUma ragione di vita: il OO[ltatto colll l'anima delle folle. Eschilo e Sofocle, nelle loro tragedie, padavano al popolo greco dei suoi miti, delle sue credenze. Aristofane portava inmmzi ai suoi spettatori i problemi pratici, e addidttura i ·pettegolezzi, della so– cietà cittadillla. I drammaturghi medioevali, CO[lla loro scena rap– presentaJ1te un'umanità incasellata e ordinata !Ilelle sue gerarchie, e per di più o,stentarr:tdoin basso la sanzione dell'Inferno, e illl alto la gloria del Paradiso, offrivamo al gran popolo cristiano l'ideale immagine di quella concezione delLa vita e de' suoi fini che tutti, da Drunte all'a111alfabeta -servo della gleba, accettav3Jllo. I dramma– turghi spagnoli dei secoli XVI e XVII, e quelli inglesi culminati iu Shakespeare, a nuoive società, nazionaH immerse nel tumulto di vaste lotte e di stra,gram-di passioni politiche e religiose, davano l'accesissima rappresentazione viv•a del loro passato e del loro presente, dei ricordi comuni e dei comuni sentimenti. E alla nuova società laica e borghese creaìta dalla Rivoluzio[le in Francia, i com- . mediogra-fi frruncesi dell' ottooonto posero, dal teatro come da una tribuna, tutte le questioni che interessavano vitalmente i nuovi spettatori. Invece gli ,autori drammatici dl'oggi, e noin sofo i mediocri ma anche i tailenti più fulgidi, anche i p,oeti (che naturalmente, come in tutti i tempi, SOlll pochi : Iddio non fa ogni giorno, all'umanità, il dono del genio), sono di regola lontanissimi dall'offrire alle folle cootemporanee, qualcosa che le aduni illlun sentimento co~une. Finito c•onla gr ainde gue-rra l'equilibrio borghese e liberale general– mente accetta.to nel secolo scorso, oggi la razza, biamca sembra atten– dere il suo nov· iis ordo, ma senza che se ne ved!a 3Jllcora l'aJba: ché in un'epoca ,durante la quale s'affermano contemporalfieamente il Bolscevismo in Russia, la Plutocrazia in America, in Inghilterra e in Fra,ncia, la Socialdemocra,zia in Germania il Fascismo in Italia ' , la società int,ernazionale a,ppare piuttosto disorientata. E finora no[l BibliotecaGino Bianco

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