Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
8 S. d'Amico quanto v'amdasSB nell'amteguerra. Gol fenomeno del Cinematografo coincide ,quello dell'aumentato amore allo spettacolo drammatico. In Germamia si vendono 360.000 biglietti di teatro al giol'II1o,con un introito di 12 milioni di JILarchi oro oglili arrmo (che so1110, com.e si sa, verso un miliardo di froochi francesi). La sola Società dei Grandi Teatri P.opolari assicura l'esito di 180.000 biglietti quoti– dimni, fra il pubblico popolare. Dal canto loro tutti gli enti pub– blici fanno il loro dovere per dare incremento al Teatro. ficcole città di 50, 40 e anche 20 mila abitamti, hanno ciruscuna il loro mi– nuscolo teatro sovvoozionato .... - Senonché ne'l 1928, 111onos·tamte il protezionismo statale e mU111icipale,di cui più d'un giomale nostr-o ha deinunciato le cifre enormi, e 111onostanteil vantato con– corso del pubblico, si oonunciava il fallimento del più rivoluzio- 111ario, sba1orditorio e acclamato metteiir-en-soène tedesco, PisC'ator. E in questo 1930 i nostri corrispo.ndeinti da Berlino ci ham1110 rac– contato che, mentre i teatri vamno male, lo Stato comi111cia ridurre i sussidii, per destinare i suoi denari a scopi di 111aturaelettorale. Passiamo àJle risposte più apertamente pessimiste. Quella ch'è: ritenuta la più grrunde attrice inglese co111temporamea,Sybil Thom– dike, eo111 noi s'espresse in tòni molto accorati. - Il Teatro, ormai, è divenuto estra111eoalla vita. Il gran pubblico no111 sente più, come una volta, il bisogno del Dramma. La folla d'el dopoguerra, sempre più materialista, avida di godersi la vita alla ,spicciolata, ora pe1~ ora,, va a,l Miisio-Hall o a.i Oi111ematografo,ossia doma-nda allo spet– tacolo un piac,ere immediato, super!lìciale, che non si rivolga né– alllintelligooza 111é al sentimento; non vuole pensare, e nemmeno sentire profondament,e; 1110n è disposta a dare al drammaturgo quel tarnto di collaborazione eh' è 1necessaria al Tea,tro.... Perciò il Dramm a è ormai diventato un'arte aristocratica, che suscita sol– tam.to l'iaiteresse di élites relativamente piccole; no111 è più U111 fatto d i popolo com'era, per esempio, al tempo di Shakespeare. Ohi potrà riporta,re al ·Teatro l'anima della folla ? Non lo so : biso– gnerebbe che lo .,spirito contemporameo tornasse a mutarsi essen– zialmelll'te. Quanto a favorire un tal mutamento, 1110n riesco a,d aver molta fiducia nell'opera degli· attori, così come oggi, s01no ;. piuttosto spero illl quella schietta, fidente e qualc'he volta mirabile. degli aimatori, dei dilettanti, dei :filodrammatici. Ma noo ci saranlllo poi altre ragioni di questo appartarsi del gran pubblico dall'a,rte che, in tooti periodi del passato, ,predilesse? Una ce ne ha detta 111I10 dei più illustri attori cframcesi rinnovatore al ' ' suo tempo, della messinscena, e direttore dell'Od'éon Firmin Gé- ' mier : - Questa d'oggi lllon è crisi, come si va dicendo dei teatri , ~ ma del Teatro; e voglio dire non ,d'interpreti, ma d'autori. Sempre in tutti i tempi, il pubblico ha avuto ,sete di racconti, per appagar~ la sua fantasia; e questi gli so1110 stati fomiti dai narratori e dal , BibliotecaGino Bianco
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