Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
6 S. d' .Amioo A qitelle cause attribiter la àécadence de la tragedie en France ? ; 1841: Vallier, Recherohes sur ies ca1tsesde la décadence!des théatres et de l'art dramatique en France; 1828: Robil1ot, Considérations sur l'art dramatique, sur les comédiens, et swr les cau,ses de la décadence des théatres ; 1807 : Cailhava, Les causes de la décadence! du thééì– tre; 1771: senz'autore, Du théatre et des oaus,esde la déoadence dlu théatre; 1768 : senz'autore, Caitses de la décadence du théatre'. Si ·può fare stop ? Crediamo di sì. Perché se ,si piangeva a quel modo in un se– colo 111el quale, oltre a tutto il re sto, il Teatro im. Fraincia faceva amche materialmente così buoni a ,ffa.ri che i suoi autori s'arricchi– vano, è facile immagim.arsi quel che si sarà detto e scritto 111e' secoli a,nteriori. Ma la stessa desolal'l-ione, a leggere i libri eruditi, si ri– trova, più o meno da, per tutto. La storia della Letteratura tedesca, per esempio, si può dire _ ch'è tutta-un grido d'amore verso un sogno che pare no111 raggiuill– gibile, quello d'avere u,n grande teatro nazi0111ale.Ogni tanto si <l'à il lieto a,llarme, « è nato>>; prima con Hams Sachs, poi OOIIl Klop– stock, poi con Lessi111g,poi con Schiller. Ma sùbito dopo si so– spira: « era un falso allarme>>, oppure: « questo llOIIl basta :a fare . un teatro >> ; e, si ricomincia a,d aspettare. (E ,naturalmenw quando appare il gram poeta dra1ID.maticovero, diciamo Hebbel, ness,uno se n'acc,org~). 1111 Spagilla-, le discussio111isul Teatro e sui suoi guai, estetici e spirituali, comim.c.i3,1110 col primo apparire del repertorio nazionale, ossia nel cinquecento. Uno che non era il primo.venuto, Oerv3,111tes, denum.ciava il miserando guittismo delle scene spagnole, e scongiu– rava i folli autori a mettersi in regola coi classici, aJtrimem.ti 1110n avrebbero concluso un bel niente. Senonché, seguendo la via pre– cisamente opposta, s'ebbero i mille e ottocento drammi di Lope;, i tre o quattrocento di 'l'irso, e i cinquecento e più di Oa1deron. E im– mediatamente ricominci3,1110 i lai; si predica il ritorno ad Aristotile; si citano a modello l'opere di quell'Italia, che inta,nto sta piamgendo sulla sua propria sterilità; si cerca ispirazione in Fra111cia,.giu– rando çhe le correnti nazio111alisono esaurite. 1111 Inghilterra infine, la co,nvinzione che par generale è que– sta : che Dio, regalamd!ole Shakespeare, aibbia esaurito la sua « do– tazione teatrale>> per un buon lllumero di se:coli. Difatto nel sette– cento, e più che mai nell'ottocento, non si parla che di crisi: crisi del Teatro e crisi dei teatri, cercando111ei rimedi. E IIlOIIl si dice 111iente della Russia, che in realtà fino ad Ostrowski . . ) ossia, a metà del secolo scorso, ,non ebbe Teatro. BibliotecaGino Bianco
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