Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

J. CHARDONNE, Eva ou le J ournal interrompu pel mezzo di una citazione, e come per una specie di civette.ria) è un terzo svizzero romanzo e romantico, Benjamin Constant. Quel senso della relatività di ogni punto di vista da cui si consideri un'esperienza umana, quella continua incertezza dei propri limiti, quel piglio lento e spazientito insieme delle notazioni, non possono a meno di farci pensare all'autore di Adolphe. Ed ecco infatti, si dkeva, l'anonimo protagonista di Eva anno– tare: « Une belle découverte: 1e J ournal intime de Benjamin Coustant .... » e più innanzi citarne questa frase: « Je me mets à relire mon roman. Comme les impressions passent quand les situations changent ! Je ne saurais plus l'écrire aujourd'hui >>.Frase che appare a lui « fascinante », e che a noi interessa qui sopratutto pel tono, per il piglio, nei riguardi appunto del nostro scrittore. Resta tuttavia inteso che tale ideale discendenza vale solamente quanto all'aura della scrittura, a quel senso di disincanto di chi, nell'atto medesimo dello scrivere, avverte oscuramente una, specie di stacco, una incompletezza, tra quelle frasi che gli vien fatto di stendere, e il com– plesso della situazione reale che glie le ha dettate. Ma qui cade subito un'avvertenza·: l'autore di codeste note è un pérsonaggio fittizio, creato dal Chardonne: e perciò va tenuto presente dal critico il probleillla, di quanto si appartenga del tono della scrittura al Chardonne medesimo, e di quanto invece sia esso voluto, quale attribuzione di queilla sua creatura, che senza nemmeno darci il proprio nome, pure si disegna con assai effi– cacia e immediatezza traverso a quelle sue notazioni sparse. E diciamo subito, che mentre non v'ha dubbio che quel «tono», quell'atmosfera psi– chica del dettato appartengano per qualche verso all'autore medesimo, come sonorità inconscia, pure egli vi ha saputo amalgamare tanto bene le proprie intenzioni, nel disegna.re quella creatura che voleva far apparire ai nostri occhi, che in nessun punto si avverte. stacco o dissidio di sorta: e questo è senza dubbio l'elemento principe di quella particolare « feli– cità>> e suggestività dell'opera. Ci torneremo alla fine: ma qui, per terminare il discorso, si voleva dire dunque che l' « esperienza vitale» insita nell'opera del Chardonne esula affatto da quella sfera d'influenza constantiana,, e ·scende da radici ed esigenze affatto autonome. Le notazioni di cui consta questo « diario intimo >> sono di un ma– rito, il quale dall'affetto per la propria donna viene. condotto a trovare la sua gioia in una sorta di sommissione, di spontanea applicazione e dipendenza di tutti gli attimi del proprio vivere a quello di lei; sì che a poco a poco egli si stacca da ogni altra ragione di esse.re , trascura e abbandona le amicizie più strette, e sinanco le proprie possibilità, le pro– prie ambizioni: per non dire delll:l più innocenti abitudini, che pure hanno tanta parte nel respiro di ciascuno di noi, in quanto creatura vi– vente secondo il proprio ritmo. Sì che un giorno, avendo la possibilità di migliorare molto le proprie condizioni nella casa che lo impiega, ma alla condizione di lunghe e frequenti assenze, vi rinuncia avendo letto ne– gli occhi della moglie che queste interruzioni della loro quotidiana inti– mità le riuscirebbero penose. Unica eocezione, dunque, unica riserva della propria individualità, è questo suo «giornale>> in cui si confida all'insa– puta di lei. E _qui già interviene, nello spirito del lettore, il fàscino di quelle che possono essere le intenzioni del romanziere: ché, in questa me-

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