Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

112 G. PAPINr, Gog sua residenza di New Parthenon, o dalla sua fortezza sul mare, non molto lontano dalla foce del Paranahiba. Ma allora perché corre tanto ? Oh Dio, perché sarebbe stato monotono tenerlo fermo. Lasciamo dunque correre, e parliamo di Papini. .S'è accennato che in Gog Papini c'è tutto; purtroppo c'è pochissimo il Papini dei Giorni di festa, delle Cento pagine e di qualche lirica non volontaria dell'Opera prvma e anche di Pane e vino; poco il Papini del Tragico quotidiano, del Pilota cieco e di Buffonate; ma c'è notevole parte, e non la migliore, del Papini di Un uomo finito, e notevolissima quella del Papini di La.cerba : di quel Papini che, osservava Prezzolini in un lontano articolo della Voce (28 gennaio 1914), sopratutto piacerva ai rivenditori della rivista: « se non c'è l'articolo di Papini.. .. >>. « L'articolo per Lacerba, •soggiungeva Prezzolini, è stato qualche cosa di speciale nel suo repertorio, un articolo privo di calore in generale, d'arte troppo spesso, di pensiero spessissimo .... Erano articoli successo)). E più oltre: « Da quegli articoli di Lacerba vien fuori un piccolo e ghiaccio fiorentino, esperto in economie e in toppe, con la sua freddura e la sua irrisione sempre pronta per chi v1,1ole viver più in grande e più in alto .... No, c'è propl'io la pigrizia di spirito borghese, ·perché,, per di più, questi ar– ticoli, che si stampano come di fondo nella spregiudicata, rinnova,... trice eoo. ecc. Lacerba, son dei vecchiumi)). A parte il piglio polemico, e quell'acrimonia che sprizza spesso nelle polemiche tra amici, in sostanza queste osservazioni si potrebbero ap– plicar pari pari a grandissima parte di Gog. Si potrebbero applicare, sin– dalle prime pagine, alla « stroncatura >> 9-ei <e capolavori della lettera,... tura))' tipico momento di malumore papiniano a freddo; a tutte le interviste di Gog con alcuni uomini rappresentativi del nostro tempo, da Gandhi a Einsteii.n, da Lenin a Ford, da ,Shaw a Fr,eud, da Edison a Wells, nelle quali cotesti grandi uomini dicono a Hog i loro s·egreti, e le loro delusioni; e a quasi tutti i suoi balordi tentativi d'aver sofi, falsi poeti, avventurieri, giganti ecc. a portata di mano. Certo gli ar– ticoli di Lacerba non sono, nella vita letteraria di Papini, senza an– tecedenti, come pare credesse Prezzolini; e gli antecedenti si scorgono sin dalle origini dello·scrittore. ,Si ritrovano nell'Altra metà e nel Cre– puscolo dei Filosofi., e invadono anche molte pagine di Un uomo fi.nito. È il Papini che discetta, sofistica, arzigogola, trae dimostrazioni a freddo, allinea paradossi senza luce, apodittico, enciclopedico, impas– sibile. È strano pensare ch'egli si possa divertire in questo suo vuoto gioco; che vi si sia divertito per tanti anni, e anc6ra ci torni. Ma se ciò è accaduto e séguita ad. accadere, vorrà dire che questo gioco fa parte integrante della personalità di Papini: .è la sua parte peggiore che solo parzialmente si può spiegare osservando gli elementi che con– corsero alla sua formazione mentale. C'è un capitolo, nell'Uomo finito, in cui il démone enciclopedico di Papini autodidatta si esalta di fronte al milione di libri letti : né bisogna dimenticare che nello stesso libro egli ci parla, tra le prime esperienze culturali, di una suà enciclopedia universale. Tuttavia in queste e in altre esperienze del genere ch'egli ho, narrate, trentenne, in quella autobiografia, c'era almeno l'entu.siasmo del ragazzo che morde voglioso ai frutti più disparati del sapere: e BibliotecaGino Bianco

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