Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

10:3 F. RUFFINI, La vita religiosa di A. Jlfanzoni sputa>> riguarda il primo volume soltanto, di fatt~ li informa ambedue, od almeno serve ad ordinare anche quella materia loro, che forse fu raccolta indipendentemente. E il frutt? fu copiosis_simo ~e:ché n~ ven– nero fuori notizie abbondanti e peregrme, spesso r1velatr1c1, sull atmo– sfera spirituale in cui il Manzoni si converti e maturò per semp:re. Co– sicché anche se il lettore non respiri in quell'atmosfera colla compiacenza del Ruffini· anche se abbia ragione di mettere in dubbio gli influssi pre– cisi che ne' •sarebbero piovuti .sul grande lombardo, il libro del Ruffini è di quei pochi che a_ volerli o seguire o contradire restano sempre fondamentali nella loro materia,. Essa non potrà esser più trattata senza dover far i conti con lui. ' Il contradittore di Manzoni è stato p1;esto identificato (vol. l, p. 318 sgg.). Era quell'abate savoiardo Alessio Billet, o Billiet, che, nato nel 1783, ossia due anni prima del Nostro, e morto di novanta, pochi giorni prima che il Nostro morisse, emerse al tempo suo su tutto il clero della ·Savoia. Precoce di studi, di virtù, di senno, cli pubblica considerazione, fu presto professore nel gran Seminario di Chambéry, e tale era il giorno della disputa. Nel 1824 divenne Vescovo di San Gio– vanni di Moriana, nel 1840 Arcivescovo di Chambéry, nel 1848 entrò nel ·Senato del Regno dove pronunziò contro le leggi antieccles,iastiche discorsi memorabili. Ceduta la Savoia, alla Francia venne nel 1861 ascritto al Sacro Collegio. Notizie di questo genere non erano difficili a trovarsi, ma il Ruffini ha saputo procurarsene delle più precise e concludenti per mezzo d'una fonte inaspettata, il vecchissimo canonico Dunoyer eh~ fu segretario del Càrdinale negli ultimi sei anni. Questi gli scrisse nel 1928 (vol. I, P- 330 sgg.): . Voi avete ben ragione d'esser convinto dell'ortodossia ,del professore Billiet riguardo alla Grazia. Il suo spirito chiaro, la sua anima semplice, innamorata di tutto ciò che è vero e buono, non avévano nulla della tortuosa mentalità gianse– nistica. La sua fede illuminata e solida mi è troppo nota perché io esiti ad atte– stare la sua piena adesione alla materia e allo spirito della bolla Umgenitus e delle altre decisioni pontificie. condannanti il Giansenismo. E poiché Dunoyer aggiunge che il testo usato dal Billet nelle proprie lezioni era qlilello del Bailly, il Ruffini ha potuto confermare l'ortodossia del primo documentando ampiamente di quanta autorità antigianseni– stica in materia dogmatica il Bailly godesse nelJe scuole francesi. Ad ogni modo il Dunoyer cita parole dirette del suo Cardinale, il quale nel proprio catechismo pone la questione, se si può resistere alla Grazia: « il Giansenismo risponde con questa proposizipne condannata come eretica : nella natura umana decaduta non si resiste mai alla, grazia interna. n Cardina-le invece risponde, con questa affermazione cattolicissima: sì e _ ciò nqn avviene eh~ troppo spesso; nel che, oltre alla parola della verità _ v'è il grido d'un'anima al pensiero che l'uomo oppone tante volte al'. l'azione della grazia il nobile dono della libertà; libertà che il Gianse– nismo nega alla natura decaduta»- Non ce n'era abbàstanza per ritener dunque che nellà disputa la. BibliotecaGino Bianco

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