Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

Pio Raj na maestro 95 Tra l'altro vi sosteneva che la cattedra di Neolatine comprende di pieno diritto anche il medioevo latino, importantissimo in sé, e neces– sario a conoscersi per le origini della letteratura italiana, civiltà nuova e di tradizione allo stesso tempo. Era un altro grande carico : ma il Rajna aveva spalle da reggerlo. E pure in questo campo egli merita di esser vantato iniziatore tra di noi, perché fu lui che aggiornò quegli studi secondo le esigenze della nuova filologia.. Frutto maggiore ne fu l'edizione del De vulgari eloquent'ia (1896), che riusci, come tutti sanno, un vero modello per ogni edizione (e la recente .scoperta di un nuovo codice fatta dal Be1:talot conferma la bontà deJ. processo): ma a me pare che anche in quest'opera il pregio più insigne sia un'altra volta quello didascalico, perché di testi critici latino-medievali non ne ave– vamo ancora uno, mentre una tradizione esisteva per quelli classici e italiani; e i mezzi utili e conformi vi son tutti additati. Resa però· al Rajna questa giustizia, aggiungerò che non ogni edizione critica deve riuscire una esplicita lezione normativa, e ispirarsene a mode['azione. Per questa ampiezza con la quale concepiva il suo insegnamento, e perché personalmente valeva ad abbracciarla davvero tutta, fu sulla cat– tedra una vera potenza. Insegnò francese antico, provenzale, spagnolo, italiano delle origini; spiegò testi latini medievali e dette le norme per pubblicarli. E non si ripeté mai, perché anche se ripigliava la stessa materia, aveva sempre del nuovo da metterle attorno. Ma oltre ad essere cosi gran signore nel su0 proprio dominio, dal quale espressamente non usciva mai, per proposito, si •,;entiva e si sapeva che poteva spaziare con sicurezza per tanta parte dE'lle letterature classiche e di quelle mo– derne, in specie dell'italiana; e che possedeva come pochi la ricchezza delle discipline sussidiarie, glottologi~, paleogra,fia, diplomatica, storia in ogni ramo, .civile, militare, religiosa, geografia, istituzioni, costumi, folklore eec. E oltre che dalle sue lezioni, si sentiva agli esami e nelle discussioni delle lauree. Egli lasciava volentieri, con quella sua com– piacente indulgenza, la parola agli alunni e ai colleghi; ma quando la piglia,va lui, era quasi sempre per toccare il punto. Senza contare quando taceva, per esimersi di far troppo il ma:estro ! E si sente nei suoi scritti, anche a non interessarsi di speciali que– stioni neolatine, perché dalle iaiuepagine, annidati e contratti fra mi– nutissime analisi, balzan fuori tanto spesso i pensieri larghi e elabora– tissimi delle coscienze più profondamente colte e nutrite di storia. L'insegnamento universitario delle lettére ha due compiti : uno di formare gl'insegnanti, l'altro di preparare [l,lla scienza. 11 Rajna voleva che i due compiti andassero quanto .si può congiunti, ma era più adatto al secondo, per la mente sua e l'indole stessa della materia che insegnava. Istruiva dunque nel metodo, che non c'è bisogno di dire ch'era quello storico, de,l quale si reputava- un fedele, un interprete, senza metterci niente di personale: a quel modo che il credente è persuaso, e vuol essere persuaso, che nella sua fede c'è tutto quello che gli apparisce e che con– cepisce di bene. Forse non ha detto mai, neanche per distrazione, che ciascun problema ha il suo metodo; ma d'altra part(l pochi come lui han mostrato in concreto ugual forza di volontà e di sacrificio per crearsi di volta, -in volta i mezzi e lo spirito adatti ai nuovi problemi. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy