Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
88 U. Ojetti La Pittura e la Gola. 21 decembre. All'Accademia Reale di Londra il pittore William Rothenstein ha difeso la bellezza e profondità della pura apparenza, contro la pittura astratta e cer,ebrale, l'evidenza della cosa ve~uta contro l'evidenza della cosa immaginata. Noi in Italia s'è perduta l'abitudine di udire, tra i tanti pittori che scrivono, parlare così chiaro. 'l'ra molte sensate osservazioni egli ha assicurato che un ritrattista o un paesista, gua.rdando il vero per copiarlo, spera d'arrivare con candida fedeltà a interpretare• anche una verità più alta della propria capacità di comprendere, beyond his understandil/1,g. Poi, da buon inglese, è passato dall'arte alla morale: passaggio che dai nostri filosofi sarebbe severamente proibito. « La forma è una disciplina imposta da Dio al- 1' universo; e questa è una buona legge estetica quanto una buona legge morale. Forse la bellezza esteriore non è un fatto soltanto su– perficiale ». D'accordo; ma che cos'è la bellezza, esteriore? Ed esiste prima del– l'a1·te e deUa poesia? In pittura un oggetto è bello o è brutto secondo che è dipinto .bene o male. V'è un grande pittore che cominciò a far quadri in italiano e finì a farli un poco in tedesco e un poco in inglese: Giovanni Segantini. I formaggi e i salumi dipinti da lui, quand'era an– c6ra a Milano, in una celebratissima naturamorta sono certo più belli di tutte le Cattime madri, Angeli della Vita e altre vuote allegorie ch'egli creò negli ultimi anni della sua breve vita. E sono più belli perché, guar– dando quella pingue e lucida, pittura, noi ci s'accorge di due fatti: primo, che quei cibi saporiti, anche se all'apparenza volgari, piacevano al pit– tore e che dipingendoli egli se li odorava e gustava, direi, commoss'O e innamorato;. secondo, che egli possedeva il pieno mestiere per comuni– carci quella sua golosa soddisfazione e commozione: i quali fatti sem– brano terra terra, e invece sono alla base d'ogni arte. Voglio dire, che l'artista deve poter aderire, animo e mestiere, al soggetto, così che tra l'uno e l'altro non passi un filo d'aria; e allora, ninfa o cacio, nasce subito la bellezza,, m~ la crea sempre l'artista. Qui cioè mi permetterei di correggere Rothenstein: « La forma è una disciplina imposta dall'arte all'universo». E lascerei in pace Dio. A s. E. Giuseppe Bottai. 28 decembre. Nell'ultima Critica Fascista voi, caro Bottai, avete mosso contro la Letfera a Giorgio per i suoi vent'anni pubblicata qui il mese scorso, due obie1Z.ioni. Io consigliavo al mio giovane e impazientis– simo amico : « Per la media degli uomini questa è la via più sicura e più degna verso il comando politico : non fare della politica la propria art.e e professione esclusiva, ma trattarla come la guerra e la milizia, le quali si fanno quando occorre e allora si dà ad esse tutto, anche la vita». E voi mi accusate « d'aver dimenticato che politica, guerra e milizia· sono oggi tutt'uno». BibliotecaGino Bianco
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