Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
Settimanali 87 freno alla tentazione l'arte novissima ha fatto un progresso innegabile rispetto all'arte di Courbet e di Manet, o soltanto di Morelli e di Grosso. Ci ripensi, Eminenza, e accolga il dono di queste anime. Libri esauriti. 14 decembre. I librai si lamentano, gli editori si lamentano, gli scrittori si lamentano. Pavor tenuit me et tremor, et omnia ossa mea perterrita s1mt. Vorrei appunto far qui la parte di Elifa.z che parla a Giobbe, ridotto dove e come tutti sanno. Leggo infatti, nell'elenco delle centoventi opere scelte e riscelte dal– l'Italia letteraria, che non si trovano più in vendita libri come l'Esame di coscienza d'un letterato di Renato Serra, i Colloqiii di Giosuè Borsi, il Medioevo di Gioa,c.chino Volpe, il Sorcio nel violino di Bruno Barilli, Dal Giardino all'Isonzo di Fernando Agnoletti, La Corona di cristallo di Marco Ramperti e, perfino, Mimì Bluette di Guido da Verona. Ve n'è per tutti i gusti. In proporzione, si tratta del cinqu,e per cento di-que,sta provvisoria aristo.crazia libraria: una bella moria. Colpa degli autori ? Due sono morti. Colpa degli editori ? Non voglio entrar nel difficile; ma che non si ristampi nemmeno Mimì Bl1tette la quale di se stessa nelle sole tre prime pagine seppe fare tre ristampe, questo mi sembra invero– simile. Non la ripubblicano per placare i mani di Alessandro Manzoni'! Debbono le figlie scontare i de litti de i padri? La verità è un'altra: che i nost.ri editori sono, come direi?, distratti. Dai classici (ma a Milano la più an tica ed illustre tra le case editrici di letteratura, questa dei fratelli Treves, non ha una sua edizione dei Promessi Sposi) passano d'un salto alle « ultime novità». I libri del– l'anno scorso sono per loro quel che le vesti dell'anno scorso sono per le signore: tra goffi e malinconici. La ricerca del nuovo, anche del nuovo che non li persuade, fa perdere agli editori tanto tempo e fa correre loro tanti rischi che una ristampa, d'esito certamente più lento d'una prima stampa, è un pensiero da rimandare sempre a domani. Talvolta lo stesso autore se ne dimentica. Vedete voi Barilli o Ramperti affannati :i, cercarsi un editore che accet ti di ripubblicare un libro esaurito? La, pratica- de-1giornalismo ha da.to loro la rassegnazione alFeffimero. un libro, anche quando non è una ra ccolta d'articoli, ha per essi, presso a poco, l'importanza d'un articolo. Appare nelle ve– trine invece che nei chioschi, su fogli di carta piegati in trentadue pa– gine invece che in quattro o in otto; gli amici e i nemici ne parlano, e taluno anche ne scrive. Con l'editore forse non hanno nemmeno firmato un contratto o, nel contratto, non hanno pattuito una ristampa. E pen– sano ad altro, al prossimo romanzo, al prossimo articolo, giovani eterni, lieti dell'oggi anche più che del domani, e indifferenti, anzi infastiditi dall'ieri: che è, del resto, una delle ragioni per cui Ramperti e Barilli ci piacciono. Andate a predicar loro d'essere fedeli a un editore perché un editore sia fedele a loro: sarebbe come consigliar loro d'entrare ln con– vento. Alle ristampe penseranno i signori posteri, gente tanto stramba e lontana che non si può nemmeno invitare una sera al caffè. BibliotecaGino Bianco
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