Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
82 E. Pea I Le vis.cere del ragazzo hrontol:avaino edl un languore im.solito lo rendeva leggero e debole come se fosse stato colllvale~coote di una malattia acuta: quando illl convalescelllza vien voglia di rifarsi delle privazioni di lunghe diete. Si mamgerebbero i chiodi e tutto ,si con– verte iJn. buon sa,ngue. Lo schizzignoso diventa abboccaticcio. « Quel che lllOIIl amma,zza ingrassa: e il porco pulito lllon fu mai grasso)). Il ragazzo avrebbe mangiato nllla fetta di polenta anche offerta d'alla malll.odi un tignoso, e le mani della fi.glioccia lllon gli avreb– bero fatto schifo se si fossero messe a setacciar la farina. Poi la :figlioccia si alzò da terra. Poggiò il palmo della mano destra sul pavimento. Fece leva c,on le gambe, e quando fu in piedi, apparve al ragazzo meno brutta di prima. Ora al ragazzo gli era e:ntrato illl mente qualcosa di malizioso e guardava la :figlioccia per rendersi co:nto di che non gli pareva possibile. Intanto la statura era media. Le altre donne del paiese sono tutte più lunghe e· piùì magre. Questa era piuttosto grassa, ed.Iappariva gr,0,ssa sulle alll.che per via della gonna increspata alla vita: e adesso che tutta la, gonna era rincincignata in su, per esserci stata seduta per terra. Ma quello che apparve di brutto, senza rimedio, iJU ,q11elladonna, agli occhi del raga.zzo, furono le ganube ercoline che la faceva(llo tentennare ad anatra, quando comilllciò a ca11nminare. , L'accoglienza al vecchio e al ragazzo, da parte della :figlioccia, non era stata delle più cordiali. Malgrado che il vecchio l'avesse avvertita due giorni prima della sua visita, la :figliocda si era fatta trovare lì per terra, con quel pettim.e che pareva U(llrastreUo. E all1apparire del vecchio e del Jagazzo sull'us,cio della stanza, }a :figlioccia aveva continuato il suo lavoro contro gli abitanti molesti, senza nemmeno scusarsi col suo vecchio compare. Si era fatta tro– vare sola in casa, e doveva aver preparato dentro di sé un laborioso airmeggìo di parole da subbissare il· compare. E in fondo a tutto quel fardello di ragiollli buone e cattive, ci doveva essere, oome chiusa: - Che mi lasciate; qurundo morite? La presenza del ragazzo aveva ritardato l'esp:Josfone: capovolto l'ordine delle ragioni. ·Ma poi erano -sfuggite parole ingrate e la lingua della do!11!11a, che qualche volta parla da sé, aveva precipitato : _- Che mi lasciate, c;iuando.morite ? Era la prima volta che il vecchio si trovava davam.ti ad Ulllaeosì dura crudeltà. Morire per· lasciare qualcosa. Ecco a che si riduce il bene. « E più presto mori e più presto quel qualcosa è mio .... )). - Mori presto amor mio, - gorgheggiava, un fìlungueno tra i castani : - mori presto amòr .mio. - E il vecchio si levò dalla :finestra: - Ragazzo, vieni via. BibliotecaGino Bianco
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