Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
80 E. Pea toccava oon la mano la grotta cui stava addossata la casa. E la ' ' . o•r,otta am.dava ver,so il cielo, a scarpata., senza nemmeno un filo e . · ò!'erba, che rendesse quella vista meno arida. Allora il ragazzo si ritrasse, passò davanti al focolare, guardò nel paiolo pieno d'acqua che non bolliva runc6ra e 111ella teglia dove, >a.ffioo-ati in Uil1asalsa nerastra, era1110 pezzetti di carne a quadrelli e pataf,e spezzate, a spicchi, oome le coscette degli ara111ci.Da quella teglia veniva veramente odor buono e piccante : ci doveva essere dentro soffritta prima che ci fosse stata versata la salsa, la cipolla con lo zenzero, e il rosmarino. Infatti tra le bolliture appariva il ro,sso del peperone. Dalla finestra aperta dalla parte opposta al grotteto, entrava il sole nella stanza, e quel po' di brezza che vien su verso mezzo– giorno dalla pianura, spinta dal maestrale marino, che perde il sale in viaggio, frusciandio sulle foglie degli alberi via via che sale. Da quella filllestra si sentiva la via del piruno, per quel vento che veniva di laggiù, di dove era ve111uto il ragazzo. 'Ma vedere, non si vedeva, perché la filllestra era aperta all'altezza della chioma degli alberi, in discesa. Visti cosi, gli alberi, in tralice, invece di una boscaglia, davamo l'idea di una fertile prateria. Ogni tanto il ragazzo si voltava verso la figlioccia che no111 s'era mossa d!al suo posto, e parlava col veochio che era rimasto in piedi, e la guar davia, forse amche lui dieluso, i11elvederla li, per terra, a strigliar.si i ca,pegli, mori no111 tutti, e corti e crespi. ,Strig liati così q uei capegli da un pettine sdentato, si vedevano duri a stoodersi: si vedeva lo sforzo della ma!llo. I capegli gretti ,stentavail1o a passare fra i denti, e quelli che si strappavano .si arricciolavruno imprigionati 1n fondo al pettine. Adl ogni strigliata, la figlioccia ,ripuliva il pettine dalla forfora e dai capegli, sopra una carta gialla che teneva spiegata in grembo. Cercava col dito indice, nel modo che le donne usruno per nettare i fagioli1. se qual– cosa di vivo brulicà_sse tra quei capegli e quella forfora. Poi si ripiantava il pettine sulla scriminatura al centro della nuca e giù u111'altra passata di striglia .. Per terra, a portata di mano della figlioccia, c'era un piatto sgronciolato, •giallo, con delle figurine malcerte, rosse·, ÌIIl giro e nel fondlo. E dentro il piatto, una cotenna di sugna co111 la quale la figlioccia ripuliva e ungeva ogni tanto quel pettine, ,sdentato, di comodi bue, nero, rigato di birunco come erano i capegli che, adesso u!Ilti e lumacosi, la figlioccia divideva in due parti, dal centro della nuca a destra e a silllistra,, e poi ogini parte in tre matasse che al– ternate tra loro, formarono una treccia a tre capi. Cosi fatto dal– l'altra parte, le due trecce congegnò a cercine ò!ietro la 111uca con delle forcillle di ferro, lasciam,do i cape:gli un po' boffici e lenti sulle BibliotecaGino Bianco I
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