Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
Sulla poesia di Baudelaire .'583 Beethoven, e specia1mente quello dell'ultimo periodo, inaugurava u111a m1ova sensibilità musicale, quella stessa che ha dominato tutto il seoollo fino •a culmilllare, spinta alle sue ul,time conseguenze, nel dramma wagneriano, e allla quale oggi ancora, dopo Debussy e mal– grado Strawilnsky, va forse la lllostra più. immediata adesione. Non d1ssimilmoote, c'è ullla poesia pre- ed u1I1a poesia post-baudek1,i– riana,: wnzi si può dire lllon dissi,mrl.!le la lllatura .stessa di quesfa trasmutazione di tutti i valori poetici da quella musicale beetho– veniana, ed è radicale inqua,ntoché tocca quel che Ìll1 un brano più SOipra citaJto BaudelaiTe chiama<< la manière de sentir>>. Si rammen– tino i versi centrali del Gout du néant: Esprit vaincu, fourbu ! pour toi, vieux maraudeur, L'amour n'a plus de go1lt, non plus que la dispute . .Adieu donc, chants du cuivre et soupirs -de la fl1lte ! Plaisirs, ne tentez p1us un coeur sombre et boudeur ! Le Printemps adorable a perdu son odeur ! (Nel quale esempio ll'introduzione degl'istrumenti assume come uin valore simbolioo). Chi prima di Baudelaire,-,-- e fuori di ogni consi- · derazione .storica bisognerebbe dir~ : chi altri fuori che Baude– laire, -'-- avrebbe mai prestato ascolto lllella sonorità degli ottollli a UIIl canto profondo, ll10ll1 solo·: ma nell'evocaz1one dei più seducenti piaceri avrebbe per oosì dire sposato a quei timbri i sospiri del flauto? Chi infine su questo •Ondol,eggiaredi accordi inconsueti, - e che s'incupis0ono nel toccare il fondo di quell « coeur sombre et boiideur », - avrebbe liberato l'ultimo v,erso, affidamdo l'arco preciso della ,sua lenta traiettoria a, quell'aggettivo largo e caldo « adora– ble » carico di tutti i profumi dileguati? - Baudelaire domi111a a.noora intera la nostra sensibilità. l1D.:fine, oltre a questa di sentircelo fraterno nell'ordme tempo– rale in quanto uomini d'oggi, c'è u111'altraragiO!Ileper la quale te– niamo a Baudelaire : voglio dire la ,semplfoe e piooa umanità del suo sentire. Per aver espresso questo suo cuore di uomo, oome tutti gli altri cuori illuso e deluso, ma per averlo espresso sinceramente e cioè colla massima perfeziollle colllsentita che sola è sufficiente Ìll1 taJl caso, ri00ll1oscia;moa Baudelaire il diritto e la forza di una so– prawvivenza che tocca all'immortalità. Come al Petrarca, come a Leopardi, oome.... a chi altro? guardiamo a lui oolla sicurezza di trovarlo sempre indefettibilmente fedele: COIIlfidentepudioo e vi– rile la cui saggezza desolata· e pietosa si assomma nell'aver oono– sciuto tutto .dell'uomo: E 'l riso e 'l pianto e la paura e l'ira. GUGLIFJLMO ALBERTI. BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy