Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

fi74 G. .Alberti le permette amzi di permearla tutta, palpitar~ d~t~o ed e!fon– dercisi fino alle più care vaghe e segrete suggest1om. R1oonosc1amo ' . h in breve •a Baudelaire e a Racine un fraterno tono dell'wmmo c e genera facoltà espressive quali raramente ha conosciute la poe– sia francese. Riguardo a questo genere di parentele, VaJéry ha osservato (e ci si seinte una più o meno ilnvolontaria confessione sulla natura dellla sua propria musa cosi ,ambiguamente neoclaissicistica) che se gustiamo oggi i classici è certo con una sensibilità tutt'altra di quella dei loro tempi. E ci ,son molti che ,denunziano come tenden– ziosa questa modernità di delibazione. Io domando iln quale altro modo li si dovrebbe, anzi potrebbe gustare. L'importante è, mi pare, che gli anni, i •secoli, 110111 c'impediscano di riconoscere la 1o\.o giovinezza, di preindervi diletto, di possederla quasi con un atto di reciproca fecondazione. Certo che dei versi cosi ,sereni e chiari come questi di La F01I1taine acquistaillo un valore, un peso speciale per UIIl lettore d'oggi permeato dell'espedenza, di più di due secoli: J'aime le jeu, l'amour, les livres, la musique, La ville et la campagne, enfin tout; il n'est rien Qui ne me soit souverain bien, Jusqu'au sombre plaisir d'un coeur 11Délancolique. dove l'ultimo ve:r,soanche per la cadenza può sonare come preludio ai lamguori del maJe .romantioo. ,Ma chi pensa di fare di L{l,Fon– taine un precursore? O di Malherbe per aver scritto Beauté, mon beau souci ? O d'i Racine per dei versi come Ariane, ma soeur o il sogmo di Athalie ? È molto imprudente rifiutare i buoni uffici della fi[,ologia, ma più wnoora dimenticare che le ,sue funzioni si limi– fano a quelle di ancilla, almeno nei riguardi dell'arte. E il pensiero ilnformatore della formula « ogni storia è ,storia contemporwnea >> ,_ può trovare qui una .speciale ed esatta applicazione. Tutto questo per illustrare la constatazione che Baudela,ire non innova se 1110{[). iln profondità. Il suo ,svilluppo è tutto interiore. E la ,sua strettw sommissione alle leggi prosodiche è U1I1 chiaro omaggio alla tradi– zione riconosciuta come viva espre$sione delle ilntime necessità d'i una particolare lilngua. Al centro della sua arte troviamo 1-0 studio di quello che gli avviene di chiamare « la réthorique profonde>>. Questa precipua preoccupazione dei mezzi di espres,sione è UIIlO dei più importwnti aspetti della novità di. Baudelaire : con lui la poesia prende nuova coscienza di se stessa. Il Poetic Principle di Poe non ha che un valore sentimentale nella sua vita; e la ,sua esul– twnza il giorno che lo scopre è per trovarvi confermata in U1I1 di– scorso teorico una verità che faceva tutt'uno col suo stesso sangue e che già s'era incarnata nella sua poesia. «Il croyait en vrai poète qu'il était, - dìce di Poe, - qu,e le but de la poésie .est de m.éme BibliotecaGino Bianco

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