Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

5.6-1 N. Rodolico che il cardine ove s'impernierà la nostra futura salvezza [d/ Italiani] è il Piemonte)). Questo che era atto di fede, e sentimento !Ileigiova!lli, era appa~so alla geniale mente di U!llaltro suddito del. ~e di S~rd-egma, Grn– seppe De Maistre, come u,n progra,mma poht1c? che 11 ~e avrebbe dovuto perseguire :fi!lldal 1812. E negli anm seguenti, dal 1814 al 1817 altri diplomatici piemo!lltesi e il Re stesso c,ompresero la gravità' di quel pr,oblema, ed agirOlllOcon iniziative politiche corag- giose, anche se non sempre fortu!llate. . A quel ve0chio Piemonte il nuovo spiritualmente s1 collegava: il sentimento della coscienza nazionale di giovani del Piemonte ita– liano coincideva così con il pensiero politico di ,diplomatici del Piemo!llte sabaudo. Che se pdma del 1816 no!ll un'eco di tutto ciò giu!llgeva a Palazzo Carignam.o, dopo il 1817, nella rin!llovata giovinezza del Principe, quel vecchio e nuovo Piemonte davano impulso di idee e di senti– menti alla forma,zione del pensiero politico di Carlo Alberto. Emerge tra tutti Giuseppe De Maistre, vecchio di 3Jll!lli,che, ;tornato a Torino, frequentava tra il 1818 ed il 1820 palazzo Oa– rigmam.o, e che si trovava così, vici!llo a giovani amici di Carlo Alberto. La visione politica dell'avvenire del Piemonte in Giuseppe De Maistre nasceva dall'amore per l'indipendenza !llaziona1e: quando il Piemonte era. dipartimento francese e il suo Re languiva quasi in nn esilio nella Sardegna, il De Maistre aveva preferito e sofferto disagi e steinti; quando quasi tutti i diplomatici piemontesi servi– Ya!llo il potente Imperatore, egli aveva mantenuto fede nell'bdipen– dooza piemontese, e nella nazionalità italiama. Nel 1812 da Pietroburgo, .proprio quamdo pareva che lo stesso Re di Sardegna si rassegnasse al tramo!llto della fortll!lla sabauda, il grande ambasciatore del piccolo Regno CO!llcepiva ed affermava la missione nazionale della dinastia saba,uda : << Le Roi de Sardaigme n'est étranger à nulle partie en Italie .... Présentez. la iMaiso!ll de ·Savoie à tous les peuples d'Ita.Iie qui ont perdus leurs souverains )). E raccomandava di evitare che tu~to ciò apparisse come ll!lla con– quista di terre italiane fatte dai Savoia. « Que le R·oi se fasse le chef des Italieins; que dans tout emploi civil et militaire, et de Cour mème, il emploie indifféremmoot des révolutionnaires mème à notre préjudice. Ceci est essentiel, vital, capita.I)). Poiché •per il De Maistre non si tratta solt3Jllt-O di proseguire il programma della tradizionale politica del carciofo, ma di mettere Ì!ll opera un nuovo elemento di cui orl:l,mai doveva sostanziarsi la politica sabauda, e che egli indicava nell'esprit italien. « Il est né de la révolution et jouera bientòt une gr3Jllde tragédie )). Dopo il 1815 tra i diplomatici piemontesi non mancarono quelli BibliotecaGino Bianco

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