Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

562 N. Rodolico «Eoqu(J/Yl,do una;m u,rbem ha.bere, ecqiwndo communem hanc esse tlrbem licebit ? ». Alla formazione spirituale di quei giovani due libri fur<J1110 ali– mento: Le ultime lettere di Jacopo Ortis e L'Emilio. Jaoopo Ortis, quale l'imaginò il Fosoolo, riviveva nella realtà in molti tratti di quei giovruni. Il libro era allora avidamente letto. Proprio di quel tempo, tra il 1817 e il 1820, nella biblioteca del Principe di Carig,nruno pervenivano Le ultime lettere di Jacopo Ortis e L'Emilio. Che quei libri fossero letti dal Principe, e che quegli amici entusiasti del R•ousseau (i filosofi falliti come li chiamava Ma– ria Teresa) parlassero del R,ousseau nelle loro conversazioni col Principe, non è certo p-0ssibile documentare, ma è assai verosimile ~upporre. Nel risveglio dal torpore di mente e di cuore in cui fiillo a tutto il 1816 quel giovane era vissuto; egli ritro·va idee e fantasmi.. che a Ginevra lo avevaino infiammato nel ferv-0re della fantasia di quat– tordici anni. Cadrarrmo da lì a, poco idee e sentimenti del Rousseau d'alla mente e dall'animo di quel giovane, altre idee e sentimenti prenderrunno posto, ma resteranno sempre quella sensibilità e quella faintasia che furono caratteristiche nella ,no111na Giuseppina di Lo– rena, nella ma<lre Alberti111adi Sassoillia, e che amicizie e letture avevano sviluppato. In quelle condizio111ispirituali Carlo Alberto accoglieva i gio– vani lettori dell'Ortis e dell'Emilio. Sono costoro i giovani che il Collegno pres0111tavaal PrÌ!llcipe, e che nel 1817 erano Ì!ll dimesti– chezza con lui : la racoomandazione del Sruntarosa, del Provana, e dell'Omato valse in quell'anno al letterato Alberto Nota l'ufficio di segretario d'el Principe. Non diversamente che in quei giova111iamici di Carlo Alberto, alla formazione della sua, cosciooza nazionale concorsero nQIIlsolo le tradizioni d'indipendenza, di fierezza, di ambiziO!lle paesana e dinastica, ma. anche l'amore e l'ammirazione a, Roma antica e alla letteratura itaHruna. . Alcune lettere di Carlo Alberto sono documento d'i questo suo sentimento di romanità. Al Robil~t che nel 1819 imprendeva un viaggio per l'Italia, così scriveva: « Quel voyage plus que celui de notre belle. Italie est Ì!lltéressant et instructif? L'homme attentif y trouve à tous les pas quelqu'objet qui frappe ses jeux ou son ima– gination, et Tacite à la main, on peut encore se transporter aux temps de l'antique splendeur des Romaiins >>. Ed al marchese Alfieri che nel gennaio del '20 si trova.va a Roma, cosi Carlo Alberto scri– veva.: « Vous étes à R-o me, quell e belle ch·ose, que je vous envie - mais, je m'arréte car je sens que si je me laissais aller à mon pen~ chant 111aturel,je vous ferais ici un I.o111g verbiao-e de mes sentiments o . BibliotecaGino Bianco

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