Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

La prima giovin~zza di Carlo Alberto · 559 ternmt que je n_'ai plus le spleen, fait tout mon bonheur, si Dieu permet que j'en puisse avoir un peu sur cette terre)). E soggiunge: « Je lis beaucoup, j'étudie, je dessine. Lorsqu'on a le malheur d'étre prince, oo ce temps surtout, il faut savoir tout, plus que médio– crement, et apprendre à se suffir à soi méme. Les Princes sont jugés sévèrement. Heureux enc,ore si l'on se co1ntentait de les juger,, mais, la calomnie s'en mélant, notre état de prince n'est tenable que p,our ceux qui ne le comprennent pas, ou pqur ceux qui o:nt assez de force d'ame pour suivre le sentier de l'honnemr, à travers tous les désagré– ments imaginables. Si l'on a quelque défiance de soi, on est bien malheureux )). Vi è in questa lettera veramente il segnò di vita nuova: si aif– ferma la volontà di una degna preparazione intellettuale e morale, vibra il sentimento del dovere, e vi è effusa una lieve nube di tri– stezza e quasi di p,resentimento. Finalmente del marzo 1819 è un esplicito e lieto riconoscimento dell'attività nuova del Principe da parte del Re, che scriveva al fratello Carlo Emanuele IV: « Le Prince de Carigman s'applique beaucoup ma.intenant à tous les études qui ,peuvent étre utiles à sa place >>.Ed i,n altra il Re scriveva: « Le Prince s'applique très fort et a bonne volo:nté et du talent >>. Né era solo vita di studi, ma di attività militare: a Genova alle cinque del mattino era nella caserma del suo reggimento Saluzzo, e vi restava fino alle sette per le istruziom militari: era orgoglioso che il suo reggimento manovrasse meglio di ogni altro, a giudizio del Re e d'ei generali. Tra il 1817 e _il 1820 si possono pertanto segnare i termini della rinnovata giovinezza del Principe. È il tempo in cui egli religio– samente parla della sua vita al De Sonnaz, il tempo in cui al Cap,– poni scrive: « La nascita di mio figlio è quella di u1nPrincipe ita– limno, ma nell'attaecamento alla nostra bella Patria noo mi supe– rerà mai>>; il tempo in cui appassionatamente ascolta le parole di Giuseppe De Maistre sull'assillante problema politico dell'avvenire del Piemonte italiano. ·Della breve vita felice di Carlò Alberto fu quello il momento più lieto: non mai come allora la giovinezza gli arrise: grazia di fede, ideali nazionali, esaltazione di poeti pa– triotti, favori popolari, gioie di paternità .. Come, e in mezzo a quali persone del vecchio e nuovo Piemonte, il giovane Principe andò maturando il suo pensiero politico verso gl'ideali nazionali, ed apri la sua coscienza religiosa alla grazia della fede? Sul limitare di questa vita nuova è vicino al principe Giacinto di Collegno, che egli rivedrà dopo lungo volgere di amni e di vicende sul campo di battaglia in Lombardia- nel '48, e che rivedrà ancora sul finire della vita, a-d Oporto. Biblioteca Gino Bianco

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