Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
558 N. Rodolico son diiner à, se promeiner druns son a,ppartement, ou dans son jar– din )). Ed aggiurnge che l' étiquette a cui è soggetto 1I1eipiù minuti particolari gl'impedisce d'iinvitare persone che possMl.o svagarlo o istruirlo e però : « l'heure du repos se passe einnuyeusemeint eintre lui son gouveooeur et ses deux ou tr-0is chevaliers de service >>. '.Quei dipl-Omatici •avevainoperfettamente ragione di segnalare iin quel giovrune la malavoglia, l'indifferenza, la pigrizia, l'avversio~e allo studio, ma iD.OIIl a povertà d'ingegno avrebbero dovuto attr1- buime il motivo. E ben se ne accorse il La Tour Pin, successore del Dalberg nella Ambasciata di Fraincia a Torino, oosì scrivendo al Ministero degli Esteri: « Vous-avez vu que j'étais fort loiin de croire à ce Prince la nullité dont il est taxé dans les dépèches de mon prédécesseur >>. Tra il 1817 e il 1820 si possono cogliere i primi segni della riin– novata giovi1I1ezza del Principe. Quando 1I1elmaggio del 1817, l'ambasciatore francese Dalberg, gravemente concludeva e profetava: « Il n'y. a donc en lui aucUIIl avenir pour la Mo1I1archiesarde>>, e quando il buon re Vittorio era ancora preoccupato per quell;1 << tète fort dissipée », UIIlavita nuova cominciava per quel giovane; la quale, iiniziata ancora lentamente tra il 1816 e il '17, proseguita più intensamente sotto stimoli inte– riori ed esteriori nel 1818, è già rnel suo pieno sviluppo nel 1819. Precede quasi UIIl atto di oonfessione di Carlo Alberto, che pure si era compiaciuto di a,pparire apatico. Così scriveva Maria Te– resa al oogm:atoil 14 febbraio 1817: << Le jeune homme m'a fait une •visite pour m'ouvrir s001 coeur pour la première fois, et je lui ai dit tout ce •que j'en peinse en bien et e,n mal, et il m'a dit que per– sonne 1I1e le cornnoissoit oomme moi, mais qu'il étoit à, plaindre s'il étoit resté mé:fiant et apatique, 1I1'aywntvu le mOIIld, que du seul mauvais còté >>. Nel marzo del 1818 Carlo Alberto si trovava a Genova; il suo scudiel'o Silvalllo Costa temeva (e forse per esperienza passata) che la vita galrunte di salotti potesse essere pericolosa di fadli cadute. al P;rincipe, e però affettuosamente gli raccomandava di aver giu– dizio: << Calmez-vous, calmez-v-0us, ·don Silvain, - rispondeva il Prirncipe, - ne croyez pas que je m'occupe à courtiser les femmes. Vous savez que depuis quelque temps j'ai pris beaucoup, de goùt à l'étu~~. et ce goùt va toujours ern augmentamt, de sort que je n'en aura1s pas le temps >>. Anoora più significativa per il tono iin cui è scritta e per la, persona a cui è diretta, è una lettera dell'estate del 1818 all'amico Giuseppe Maria Gerbais de Sonrnaz, verso cui aveva tanta affettuosa. stima: << Je dois à la. vérité de vous dire, - scriveva il Principe _ que je vous dépignais ein noir l'autre soir un intérieur qui, m~in- • Biblioteca Gino Bianco
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