Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

La prima g-iovinezza di Ccii-lo Alberto Pi57 sa vie, l' assistait à son lever, a son eoucher, à tous ses repas, 1ui faisait faire ses prières et dire son bélJlédicéte, enfùn il cherchait constamment à exorciser le démon qui devait etre entré dans l'àme du Prince pendwnt son séjour dans ces deux pays maudits : Paris ,et G~ève. Au lieu d'obtenir sa confi-ance pourtamt, il était seule– ment parvenu à lui persuader qu'il était son espion, et qu'il rendait compte de toutes ses actions et des toutes ses pensées au c-onfesseur du Roi, qui l'avait p lacé p11èsde lui>>. Questi particola.ri sono riferiti dalla Contessa Di Boig1ne, la figlia del l'ambascia,tor e framcese a TorÌIIlo, presso cui il Principe talvolta si recava. Probabilmente tanto lllegli sfoghi del Principe quanto nella narrazio1I1e della Di Boigne vi è çlella esagerazione; re– sta se~pre tuttavia tanto di ver-0,da spiegare la naturale reazione di un giovane vivace, liberamente educato, collltro tutta quella vi– gilanza sacerdot,ale. Quelle pratiche, scrupolosamente fatte osser– vare, lasciavano l'runimo di quel giovame inerte ed arido; la sua fan– tasia peregrinava altrove, anche quando la bocca ripeteva una gia– culatoria. Egli non altro trovava nel fondo della sua coscienza che il teismo app,reso a. Ginevra. La stima grainde e meritata che il. Grimaldi godeva presso il pubblico dava ragione a credere che 1I1on al governatore saggio, ma al giovane incorreggibile fosse da attribuire la oolpa dell'illlefficace o,pera del governatore. Ecco, ad esempio, colta nel pubblico una voce da persona che IIlOIIl aveva prevenzione alcuna verso il Prilll– cipe: l'Incaricato di Affari della Santa Sede così scriveva al Car– dilllale Segretario di St·ato il 19 ag,osto 1815 : << Questo PrÌIIlcipe (Carlo Alberto) di runni 17 non somministra finora motivi di gra!Ildi spera,nze : la limitazione dei suoi talenti, la sua inapplicaziooe e più di tutto la sua indocilità sono anzi preludi ,non troppo favore– voli>>. Questa cattiva fama di pigrizia, di svogliatezza e di ottusità si diffonde e si tramanda fino al 1817. L'ambasciatore di Francia, il Dalberg, scrivevç1,al suo Ministro nel maggio del 1817, che dal Principe di Carigm.ano « on 1I1epeut attendre auculll bien. Son éducatiOIIl première fait en France et dans les a,rmées est gàtée. Ses ,prilllcipes et son coeur sont cor:rom– pus. Il a du mépris pour les hommes, et ne s'occupe de rien. Sa paresse désole ses instituteurs >>.E oonclude, profetando, e spropo– sitando : « Il n'y a, donc ,en lui aucun avenir pour la Molllarchie sarde)). Nel coro di queste voci di diplomatici concordi IIlel dire male del Prilllcipe, non manca quella del Binder, ministro austriaco a Torino: « Ce jeune Prince, destiné probablement à monter sur le tròne sarde cède trop à son penchant •pour la paresse, qui lui rend toute spèce d'étude et d'applicatiolll illlsopportables. Il passe une grande partie <l'ela mati111ée dans Ron lit, et le reste du temps avant BibliotecaGino Bianco

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