Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

Ricordando il Carducci 55] Bol., 26 marzo 1896. Se Ella vuole interéedere per il M., credo che faccia bene. Il vero è, io lo attesto, che quel benedetto De Ambrosio non gli lasciò tempo di spiegarsi e né anche di scusarsi, tanto era fieramente impuntato a non voler pace lui. Caro Torraca, cordialmente La saluto e me Le ricordo veracemente. Bologna, 19 apr. 1896. La signora' G. (ora B.) mi fa sapere che il Ministro l'ha invitata a mandare uno specchio delle ispezioni da essa fatte dal 1 nov. 1894 in poi. Se la signora non ha fatto né anche un'ispezione, la cagione è che il ministro Baccelli, tuttavia allegando di voler riformare l'istituto delle ispettrici, non ha mai adoperato il servizio di lei, né delle altre. Si ricordi, caro Torr a ca, che Ella scrisse a me, 1 quando quella signora e un'altra furono nominate Ispettrici reggenti: « La reggenza durerà un anno solo; e questo sarà ,scritto alle nuove nominate, perché l'Amministrazione assume ver:so di esse un impegno al quale non possa ·poi mancare per mutar di persone. La signora G. ha 'la coltura, l'educazione e l'esperienza che si richiedono al delicato officio, ha dato saggio di esercitarlo bene, ha bisogno di sostentare e allevare i parecchi figliuoli che pur sono figliuoli di un funzionario morto anzi tempo e che servì bene il Governo. Per ciò tutto io La raccomando vivamente a Lei, che non le sia fatto torto. Scrivo così per amor di frase, ma nou credo che nessuno pensi a farle· torto. Presto avrò il piacere di salutarla. Bol. 15 maggio 1896. Eccole la lettera al Ministro per le cose della nostra Commissione 1 ). Prego Lei di presentarla come rimanemmo d'accordo, e far valere le ragioni, che mi paiono valide, a pro del dr. Bacchi della Lega. Senza del quale io non posso fare il presidente. Rinunziai già due volte l'officio offertomi dal Boselli: l'accettai a patto mi si lasciasse scegliere il segre– tarfo a modo mio. Se il segretario mi è tolto, io lascio il posto. L'avverto che il Finali della Corte dei conti trovò che le mie ragioni erano buone, e mando anche a lui copia della lettera al Ministro. In fr,etta ecc. Bologna, 23 maggio 1896. Le allego, come scrivono i cancellieri testi di lingua, due lettere: 1) una, autografa, dell'arciprete di Polenta, dalla quale Ella udirà desiderii, voti e speranze e memorie del derelitto; 1) La Commissione pe' testi di lingua nelle province dell'Elmilia, di cui, dopo F. Zambrini, fu presidente il Carducci. BibliotecaGino Bianco

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