Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
542 P. Nardi terrazzino fiorito di bottiglie e di bistecche, io, passeggiando il lastrico ardente della stazione di Schio, penserò a voi con un misto di gratitu– dine e di invidia. A rivederci presto! Lo zio F. llll Ulllaterza 0artolina ill1 fùne, da Nervi (22 m3irzo '88), c'è un momento di rpaesaiggio (e la c,artolÌllla è quasi tutta lì, in quel mo– mento), proprio 1I1ello stile, inoonfollldibile, dell'autore del Oortis o del Mistero del poeta : Cosa ho veduto di Nervi ? Tenebre, fantasmi di palme, fantasmi di villini, fantasmi di acque infinite, un fantasma di luna, una sola stellina vivida, brillante. Ancora: ci ,s01I10 ill1 queste letterine deille 00111:fi:denw, delle mezw relazioni di vita direi perfino galaJnte, curiose, da parte di uno zi.o a un nipotino tra gli otto e i tredici amni. Ecc,o Ulllbrano, illl cui il mo,dJodi lllar,rare è quale si conviene con U1I1 fanciullo; ma le cose narrate dovrebbero interessar ,piuttosto Ulllgiovanotto. La lettera (Valsolda, 19 a,gosto '87) ha qualche importanza anche ,pel mollldo fogazza.riano che riconduce dÌlllainzi: l'a,ooenno ai collliugi 1\fo,schillli mosooa alil'orizz001te la figura di Jeanne; la contessa Colleollli, da qualcuno presU1I1ta. l'Elena della realtà, è una delizia aiccanto al- 1 'ambascirutore di :@ram.eia : Io sono venuto via da ,San Bernardino martedì 16 corr., con i si– gnori Moschini, sotto una pioggia dirotta e in mezzo alla nebbia densa. Abbiamo passato la montagna in diligenza. A. ·Spli.igen avemmo una car– rozza per noi e potemmo cosi meglio godere l'ammirabile Via Mala. Se mai ci troveremo un anno tutti insieme a San Bernardino condurrò Ma– riano e te a vedere la Via Mala; ma niente diligenza allora! Pedibusse cum jambisse, come dice Tartarin. A 1'husis abbiamo passata la notte. I miei compagni partirono l'indomani mattina per ,St. Moritz e io per Coira e Ragaz dove ho trovato la contessa Colleoni. Bel posto, magnifico albergo, società soprafina; ma io preferisco il mio rustico ,S. Bernardino. Figurati che a tavola avevo vicini due ambasciatori, uno di Germania, e l'altro di Fraljl.cia; io credevo che si mangiassero l'un l'altro ma invece si accontentarono di spazzar via roast-beefs e pasticcini. L'ambasciatore di Germania, signor di Bulow è il ritratto perfetto di Minich. Quell'altro è un vero tipo da assemblea costituente (ti ri– cordi?). Pare staccato da una incisione di quel tempo. Pretende che la contessa Colleoni gli somigli ~ la chiama ma fiUette. Si chiama Arago ed è figlio del celebre astronomo. C'è di più. Lo zio ha Ull1 snccess;o letterario? Ne l!Ilforma espres– samente il lllipote tredicenllle. In una cactolÌIIl·a da Firenw del 29 matrzo '87, alll'Ìlll•dJomanidella conferenm Un)opinione di Ales– sandro Manzoni tellluta al Ofoco1o:filologico di quella città: Suppongo che fra i Carmini [Gasa Fogazzaro] e S. Faustino [Gasa Valmarana] sia oramai di mezzo l'Oceano Atlantico. Ti mando dunque BibliotecaGino Bianco
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