Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

P. Na,rdi Foo·azzaro era dunque per la musica d'una volta, nel 1868; ,sebben~ questo quadretto dei vecchiooi aJ Re ci ricolllduca dinaJnzi l'uomo ben noto, che mentre traidiva le sue simpatie (o i 'Suoi dLsaip– pUJI1ti),sapeva star sulle difensive sorridenti. Fogazzaro è quasi sernrpre cosi, in queste lettere. Bisogna poi s,entir oome indulga alla 111,ollldamità, per la quale ha un debole. Col solito distacco. En artiste. Ironizzamdoci ,sopra, ,sebbene, insomma, godendocisi. Anche Ila rpriima rparte di questa letterillla qui, bisogna cit3Jl'la: (Milano, 24 febbraio '67). Carissima Mamma, Eccomi a darle la relazione delle nostre imprese di ieri sera. Sin dalle due pomeridiane si manifestarono i sintomi del grande avvenimento. Comparve il parrucchiere e fn gran ventura poterlo aver per quell'ora.\ Egli cominciava le sue escursioni aHe 9 del mattino ! ! Si figuri dunque la Rita con un enorme edificio di capelli e una rosa in testa passeggiare per la casa come un saltimbanco sulla corda, tutta in equilibrio per non iscomporsi. Un po' alla volta arrivò tutta la toilette. Prima un busto nuovo, poi un crinolino nuovo e finalmente l'abito portato in una im– mensa cassa e sopra un carretto. Esposizione dell'abito nella stanza da letto, ammirazione universale. Alle 8 venne la contessa Po per vedere la toilette in opera. Alle 10 tutto era a posto, abito, brillanti, fazzoletto, carnet e marito. Seconda esposizione, nuova e più viva ammirazione. La coda specialmente, da sbalordire: una vera cometa. Si sale in carrozza con infinita prudenza ma non senza sgomenti, angoscie e falsi allarmi; la carrozza, molto grande, basta appena al tulle di madama; io ci sto perché si usano i calzoni stretti, altrimenti non ci starei. Si va dalle signorine Antonelli dove ci raggiunge una quarta signora e tutti as– sieme, in tr,e carrozze, si va a casa Be,r€tta. Ingresso maestoso nelle sale, sensazione del pubblico .... Si: anche sentendosi pizzicar dentro qualche volta dal senso del oomfoo, Fogazzaro 1llllpo' mondamo er,a. La llloglie invece, teim– peraimento pio e ingegno ipar,simonioso, 1sipiegava alla volontà del marito colll quell' entusiasmo non intero con cui, per acoontentarlo, si metteva (mondanità 8Jlllchequesta) al piam.oforte. La Rita ha già scritto in quali modesti confini volesse ristringere il suo carnevale. Le dico il vero che questo sistema non m'è andato piena– mente a garbo, tanto più che a rigore avrebbe potuto mancarvi senza porre una tassa sul macinato né fare alcuna operazione sui beni eccle– siastici. Ma pure dolendomi che non sia intervenuta neppure a una festa devo ammirare che sia stata cosi ferma nel suo propos\tO. Anche ierser~ con le Marocco (?) avevamo combinato una corsa insieme al veglione di questa sera alla Scala, ma non ci fu verso di smuovere la Rita dal suo virtuoso proposito. Il peggio si è, che se la sua virtù è meritoria la mia è forzata anzichenò e mi gioverà poco all'altro mondo (28 febbr~io '68). BibliotecaGino Bianco

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