Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

52:3 A. Palazzesch,i non era così, anche le cose più semplici si mostravano complica– tissime. Questa parola che correva su tutte le bocche, avrebbe po– tuto precedere comodamente l'arrivo di qualsiasi cosa: UIIlc?cco– drillo impagliato, un carro di maschere, e U\fiadonna magari che dall'ingresso dello stabilimento fimo all'ultima rotonda avesse fatto la strada a salti mortali per getfarsi in mare. Era uno dei primi cavalli di ritorno dell'America trionfante : una signora giovane e molto bella, alta, di ulll delicato pallore di camelia sotto il velo nero leggerissimo. Portava sempre degli enormi cappelli neri piumati su abiti magnifici di tutti i colori, e che per l'intero mese aveva cambiati quotidiamamente. La ciurma soffocava a tanta sopraffazione. Due o tre volte, forse per caso, aveva ripe– tuto l'abito ed era stato un «Oh!)) di sollievo, un respiro indi- ' . spensabile per tirare avanti. Questa cilena era accompagnata da una-figlia di dieci o d'odici anni. Nessuno aveva voluto ospitarla nei propri circoli, per quel nome forse; e- frequentava soltanto UIIla signora divorziata, e la moglie di un ufficiale di marina, sconosciuto a tutti. Do1I1nechiacchieratissime e sc3Jlldalose. Ma la bella ame– ricana non pareva per nulla sgomenta da quell'accoglienza ostile, ché se le donne consideravamo lei e le sue amiche come un lazze– retto, gli uomini non la pensavano così, e correvalllo a loro come le api al miele. E guardavamo le altre colil aria di compassione : sot– tame fra sottane, ché quei •circoli emno fatti tutti di dionne. Fra le sottane delle signore per bene c'era solo qua e là qualche vecchietto galante, e loro i1I1vece-on tre sottane sole facevano un reggimento. C'era UIIlasignora che aveva trovato marito sul giornale. Questo illlvec~che un lazzeretto era considerato il manicomio, o U1I1 soggetto da baracco1I1e.Vivevano soli, isolati, silenziosi davanti all'acqua, nessuno salutava né quella moglie né quel marito di quarta pagina; e IIJ.eam.che a farlo apposta avevaino sempre in mano tutti e due il giornale, che leggevooo con graindissima disinv,oltura. Per farci sooza dubbio qualche nuova pesoa miracolosa, pensava il vicinato ghignando. Altra cosa sconvenioote: nessuna di quelle signore si sarebbe :ùndugiata nella lettura di UIIlgiornale sulle rotonde di Panooldi. Subiva.no essi la sorte di tutte le avanguardie, prec,orre– vano un tempo più razionale e piµ semplice, che doveva portare spigliatezza e s:ùncerità nei costumi, e far cadere tante smorfie e calìe. l\fa si c apisce che, in quello di Werter e di Paggio Fernoodo, quell 'amam.te a due soldi la pa-rola costituiva u1I1'aberrazione in- quali ficabile. · Ogni tainto a,ndavo a vedere dov'era la signora Fiammetta. Sem– pre allo stesso posto, sulla porta del caffè; come il sole al centro del movimooto; per non perdere nulla e perché nessun.'o perdesse qualcosa di lei. Aveva accanto la figlia secca e dura, muta come il palo su cui la vite espande i suoi tralci pampani e corimbi. Sfog- Bibliofec·a-·G1no Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy