Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
520 A. Palazzeschi l'interlocutore; qualche volta per dire uiila parola a bassa voce, ~i quelle saporite già e a cui il mjstero aumoota,~a, il sapore ;·o ad~1,– rittura. col gesto e coiil lo sguardo che sostitmvaill-o le parole, prn discrete; nasc,01U<levano un sorriso sotto il ventaglio che agitavan_o colil grazia e malizia, loquacemente; quando tac,evamo esse, lo apri– vano e chiudevano loquace. All'ora del tramonto si alzavamo fisAando il sole che dopo aver fatto lume a tutti pareva. voler fare 3Jllchelui il suo bagno, tu:ff3Jll– dosj nel mare che rabbrividiva a quel contatto; rim31Ilevano fisse per cogliere l'ultimo raggio, quello verde, al quale d'avano un addio lungo e profondo, abbassando le palpebre e chiudendo il labbro ad un sospiro che rim3Jlleva dentro per g,o,n;fiare il petto. Queste cose si facevano sempre dove c'era molta gente. O seguivano assorte, sul declinare del gior1I10,UIIlvapore che stacc3Jlldosi dal porto si allon– tanava divenendo sempre .più piccolo, filllo·a scomparire come una nuvoletta all'orizzonte, laggiù laggiù .... E 11101U di rado il ciglio, ba– rava una lacrima iiil quel Oasi.no del sentimento mondano. Parevamo tanto per berne tutte quelle signore, così virtuose e riservate, anche quelle di cui si parlava pi31Ilo: (che cosa si di– ceva?); o per cui si scambiavano occhiate intelligenti (che face– vano di male?); quelle per le quali gli uomilili facevano i duelli (perché?); anzi quelle parevano più per bene di tutte. Gli abiti lunghi, a coda, le facce sotto il velo, quasi impiccate nell'accollatura altissima, filllo agli orecchi, il contegno irrepren– sibile e impenetrabile .... Ohe cos'erano dunque certe parole che udivo a caso o sorprendevo nel circolo di mia madre ? Indizi, ba– gliori, prime luci.. .. E ,nel bagno erano più per bene che mai. Nolil er3Jllo di moda le spiagge colla, salutare cura del sole sulla sabbia, e le belle passeggiate in costume da bagno, lungo l'acqua; la 1I1udità salutare dei giorni nostri che porta alla calma e all'in– differenza naturalmente, qualche volta al disgusto, naturale an– che questo·; le cabine di Pamcaldi erano costruite dentro l'acqua e dove l'acqua era già•alta Uiilmetro o p,oco meno, circond'ate di toode e con scalette intellne, tanto che si poteva fare il bagno senza uscirne, povero mare! Le dame vi scendevano nolll viste ed alzando la tenda con due d!ita cacciavan fuori la punta, del cappellÌIIlo :fiu– ta,ndo l'aria. Avevano il cappello, a sporta o pala, generalmeiilte guarnito di grandi fiocchj, i] costume come un vestito, accollatis– simo, le calze, le scarpette, e certnlile perfino i guanti. Facevano un giretto fuori, come in u,na vasca, nuotando dolcemente, col gesto di abbracciare il mare, e ad ogni passo cadenzato sottraendo la faccia all'assalto lieve de1l'acqua come per rifiutare un bacio iu quell'abbraccio. . Attomo a quelle cahine riservatissime, su quelle vecchie ro– tonde, dove al profumo delle alghe e delle scogliere si mescolavano BibliotecaGino Bianco
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