Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

Per Mistral, nel suo centenario 619 Ma dovrei spigolare ancora e molto dal libro del Véran, così vivo, così sereno, così umano nella sobrietà dell'esposizione senza luccichio di forme e nell'umiltà del commento che accetta e sottolinea. Non posso però trattenermi dal citare qualche frammento della lettera che il Mi– stral scrisse al La,martine prima di lasciarè Parigi. Nell'effusione della gioia e della riconoscenza, vi sentiamo intera l'anima sua con la mode– stia pari alla grandezza e con l'immenso amore verso la madre. « Hier, je n'étais rien, un pauvre poète de village, heureux d'une humble gloire quì allait d' Arles à Avignon, et aujourd'hui vous m'avez tant donné · que je n'ose presque revenir et me montrer dans mon village avec tant de richesses. Il me semble que ma gloire ne m'appartient pas; plus que jamais je sens le besoin de me cacher et de me recueillir, et de parler avec ma mère de l'immensité de vos dons.... Votre parole magnifique vient de créer ma gloire et p_eut-etre mon génie. L'une et l'autre font déjà partie de la trainée de lumière que vous lai~sez derrière vous. Que ne puis-je aussi faire remonter à sa source la moitié du bonheur que vous me donnez ! >>. Parole che commovono, tanto più se raccostate al tono della lettera inviata più tardi al Reboul, descrivendo il suo ritorno a Maiano, il primo abbraccio di sua madre sulla piazzetta pubblica e le sue prime parole: « Va, j'ai bien prié, tous les soirs et tous le matins, pour M. de Lamartine; et si le bon Dieu m'écoute, il dèviendra heu– reux ! >>; e le congratulazioni mute ed eloquenti d«:lipaesani impressio– nati straordinariamente per un avvenimento cosi importante: « Il parait que ça a bien marché ?... Allez, nous sommes bien contents, aussi con– tents que vous >>. Tutto li il suo trionfo di villaggio: « semplice e umile come tutte le cose della vita popolare, ma per lo meno sincero, senza amarezza >>. Vita popolare: l'ispirazione primitiva da cui è partita e a cui è ritornata con più larghe esperienze la grande arte mistraliana. Di essa un aspetto caratteristico divulgheranno le prose eh.e il Mistral, con pro– digalità inesauribile, ha disseminato nelle due importanti riviste felibri stiche, l' Armana prouvençau e l' Ai6li. Sono frottole, novelle, leggende, favole e facezie che ora in tre volumi, l'ultimo dei quali è uscito que– st'anno, Pierre Devoluy ha radunato col corredo di un'elegante tradu– zione francese a fronte. Ne aveva dato saggi il Mistral in un capitolo delle Memorie a documentare il tipo di prosa narrativa destinata « a letture di famiglia durante le lunghe veglie >> : una prosa che affronta le cose e vi aderisce senza aloni fantastici o sentimentali: nuda, sem– plice e schietta, con una sintassi elementare che s'attiene al linguaggio parla,to e con un gusto vivissimo della frase idiotistica e dell'espressione calzante. Arte di breve respiro, immersa, talora nella vaga e carezzevole indeterminatezza delle novelline da ragazzi, fiorita da un detto o da un motto divenuto proverbiale e calato dalla sua astrattezza alla concre– tezza di una coerente rappresentazione fantastica; storia che smarrisce i suoi limiti e si fa leggenda, e leggenda che s'inserisce nella storia; ma una storia contemplata nelle lontananze di un sogno e narrata col tono e l'accento di una spiritualità,ristretta e popolare. Vedete come quattro versi sentenziosi generino la figura taciturna e solitaria di un « pircaro ))' BibliotecaGino Bianco

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