Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
I Le memorie del Principe di Bulow 6]3 con. l'ammonimento fare in modo che codesti paesi tornassero al Cri– stianesimo e alla Chiesa» [quale ? la cattolica o l'evangelica ?] . Gu - glielmo II ringrazia ed accetta, e si augura che il Papa trovi in lui <1 un discepolo devoto», e che abbia da Dio tanta vita da « vedere i successi della collaborazione dell'Imperatore col Papa». Dopo aver pa– ragonato Guglielmo a Carlomagno, Leone XIII trova altres.ì. ch'egli segue le orme di F'ederico II, per quanto riguarda il rispetto alla li– bertà dei cattolici. A questo punto, però, il Papa si ricorda che Fe– derico « était peu croyant » ; ma tanto più, aggiunge, gli va dato me– rito se si portò così bene verso le comunità religiose e in particola,re verso la Chiesa cattolica: esempio che Leone XIII spera sia seguìto da Guglielmo. Il quale crede necessario tornare sul paragone con Carlo– magno e . con la sua missione : « Mi permetto di osservare che il grande domin.io mondiale dell'Impero Romano, che per ordine di Leone III l'I mperatore aveva preso a fondare [il poema epico, come si vede, conti– nua], in certo modo quale erede dei Cesari romani, ormai secondo la mia convinzione è impersonato e continuato nella persona del Pontefice che ho dinanzi, solo in modo ben più grandioso anc6ra nel campo spiri– tuale. [,Si ricordi, che Guglielmo II era summus episcopus della Chiesa evangelica prussiana]. Io ravviso nel Papa il capo del grande Impero mondiale cristiano, che è la continuazione dell'antico Impero Romano. In tutte le parti del mondo, milioni di uomini lo venerano come loro capo. Quindi egli, Leone XIII, è da considerare imperator impervi Romani ed erede dei Cesa,ri romani. Il Papa si rizzò sul trono, mi guardò un mo– mento con occhi stupiti, e dopo una piccola pausa aggiunse, con sguardi che brillavano di riconoscenza: Eh bien, ce n'est pas mal cela, et peut– ètre . Vous avez raison )) . Biilow chiama il resoconto di questo colloquio « un importante do– cumento per la storia di quel tempo». Noi diremmo: di quel tempo é degli anni successivi. Questa mescolanza di pangermanesimo, di cesa– rismo e di teocrazia aiuta a comprendere certi aspetti della, mentalità tedesca di guerra. In quanto a Leone XIII in particolare, egli aveva, con più finezza e sopratutto con più equilibrio, somiglianze notevoli con Guglielmo II. LUIGI SALVATORIDLLI. BibliotecaGino Bianco I
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