Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
Le memorie del Principe di Biilow 611 di Baden. La regina Vittoria, ormai al limite de.I regno più che sessan– tenne, è una modesta piccòla, vecchia, che tuttavia suscita intorno a sé un'infinita reverenza. Verso Edoardo VII si sente in Bulow una timo– rosa ammirazione: quello era un sovrano politico, ma purtroppo regnò a Loll(lra,, e non a Berlino. Di Francesco Giuseppe è rilevato con effi– cacia il contrasto con Guglielmo II : « al Sovrano della duplice monar– chia era totalmente negata ogni fantasia, che invece la natura, pur troppo prodiga, aveva messa nella culla dell'Imperatore di Germania. Perciò Francesco Giuseppe non era in grado di comprendere le corr.enti che movevano i tempi suoi, gli ideali e le intime aspirazioni, le virtù come i difetti dei suoi molti popoli, nonché di sfruttarli con sagacia a scopi politici. Come SP..essovide sotto una luce falsa il presente, cosi gli mancò anche l'intuizione dell'avvenire>>. (Gran virtù, l'intuizione dell'avve– nire. Anche Biilow non intui, per quel che si vede da questo volume, l'Entente cordiale). « Guglielmo II vide spes.-,o,purtroppo molto spesso, sotto luce falsa, falsissima; ma aveva visioni, prospettive sull'avvenire, aveva ingegno» (p. 161). Si, ma che uso fece del suo ingegno! Noi ci p_ermetteremmo di concludere: Arcades ambo; un impiegato d'ordine e un artista di varietà alla testa di due grandi imperi. Nicola II non se la cava affatto male : delicato di fisico, modesto, distintissimo. « Aveva dei begli occhi, un po' malinconici, mani lunghe e sottili, una voce sommessa e simpatica, e i modi più squisiti. A non conoscerlo, in un salotto londinese, viennese o parigino, a Saint-Moritz o a Biarritz, si sarebbe creduto un giovane aristocratico, un conte au– striaco ovvero il figlio di un duca inglese» (p. 101). Nicola II parla poco, nelle Memorie biilowiane (e poco doveva parlare anche nella realtà); ma non dice nulla di men che ragionevole. Nel convegno di Reval dell'ago– sto 1907 Biilow gli ricorda le parole di Bismarck, che in una guerra fra i tre imP.eri l'esito militare era dubbio, ma quasi certo, invece, che i tre monarchi ne avrebbero pagato lo scotto. « Lo Zar Nicola mi prese la mano, mi guardò a lungo col suo sguardo melanconico e poi disse: 'J'en suis aussi convaincu que vous '» (p. 597). Non pare. che Guglielmo II abbia mai detto nulla di così ragionevole. Vero è che que.sta ragione– volezza non impedi a Nicola II di firmare, nel pomeriggio del 30 lu– glio 1914, il primo ordine di mobilitazione generale. « La direzione è per– duta, e la pietra rotola», diceva, presso a poco alla ,stessa ora, in con– siglio dei ministri, Bethmann.. Hollweg. Dio guardi i popoli dai gover– nanti abulici ! · Delle relazioni tra il Kaiser e re Vittorio si tocca a proposito depa venuta di Guglielmo a Roma nel maggio 1903. « Io pregai doppiamente il Kaiser di comportarsi con la maggior possibile gentilezza verso il Re, che, essendo egli stesso di fare molto modesto, non amava negli altri quello che gli Italiani chiamano : prepotenza'. Cosi questa volta i con– tatti fra il Re e l'Imperatore si svolsero in forme grate .... Solo dopo che io mi fui ritirato, il Kaiser si lasciò sempre più andare contro i Reali d'Italia» (pp. 625-626). Biilow riferisce il suo colloquio col Re, sol– tanto di politica internazionale. Gli disse, fra l'altro, che la visita di re Umberto a Vienna non ricambiata a Roma era uno «schiaffo» non solo per il suo defunto padre, ma anche per lui per la sua Casa BibfiotecaGino Bianco
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