Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
608 L. Salva.torelli Guglielmo I, nella predilezione per le persone di alta statura. E più va avauti, più Biilow mette da parte gli espedienti e gli ausiliari, per ese– guire da sé l'alta opera di giustizia. cc L'imperatore odiava Bismarck, ma non poteva nascondersi che era un grand'uomo. Desiderava egua– gliarlo, possibilmente superarlo, ma a poco a poco s'accorse che non era cosa tanto facile, e ciò lo ina~prì. Non comprese mai che il genio non . si può copiare. Poi volle supplire alla manca,nza di genio con la grazia divina; ma anche questa non si può ottenere per forza, per quanto il Principe che la invoca si proclami ad ogni passo strumento del Cielo e luogotenente di Dio >>(p. 541). E poco più avanti : cc Guglielmo II non si nascondeva in fondo che a lui facevano difetto la uwns aequa, la mens solida e la tenaoitas propositi, che Quinto Orazio Flacco richiede al– l'uomo. Proprio per questo il Kaiser cercava, con discorsi sonanti e pa– role forti, d'ingannare gli altri e se stesso sulla sua intima. incertezza e timidezza. Questa tendenza si dev'essere ancora accresciuta dopo il mio ritiro, da quando diedero ad intendere a Sua Maestà che i Fran– cesi gli avevano affibbiato il soprannome di Guillaunie le Timide>>. Dun– que: un pusillanime fanfarone, un cc miles gloriosus>>. E Biilow afferma di aver saputo che le note marginali bellicose di Guglielmo II nel lu– glio 1914 cc erano inspirate dal desiderio di allontanare qualsiasi dubbio circa la- sua intrepidità>> (p. 588). Terribile condanna di un sovrano e ' del suo sistema, terribile sorte di un popolo e dell'Europa intera. Biilow tratta addirittura la questione della pazzia o meno del Kaiser; ma, qui secondo il suo metodo letterario, la fa porre da altri, e per sua parte assume la difesa: difesa fino ad un certo punto. Fu il vecchio cancelliere, il principe Hohenlohe, - con il quale il Biilow si trovò per tre anni come ministro degli esteri, e di cui parla, con rispet– tosa simpatia, - a rivolgere due volte al suo dipendente, poi successore, la domanda, << pacatam~nte, sul serio))' se ritenesse Guglielmo II cc un uomo di mente del tutto normale». Si preoccupava, il vecchio Hohen– lohe, che, non gli capitasse per la seconda volta di esser: primo ministro presso un sovrano dalla mente ottenebrata: la prima era stata con Luigi II di Baviera. Bulow rispose, - e, posta così la questione, aveva ragione di rispondere, - che Guglielmo II non era paragonabile affatto a Luigi di Baviera. Il Kaiser era un nevr_astenico; non era, e presu– mibilmente non sarebbe divenuto mai, un alienato. cc Il vecchio Prin– cipe tacque a lungo. Poi osservò : Alienato o no, ci sono molte sfuma– ture>> (p. 145). Più tardi è il fratello di Hohenlohe, il cardinale, - no– tissimo a Roma, f. che fu anche in relazione con Crispi, - ad aiffermare, constargli positivamente che parecchi pensavano a far dichiarare l'im– peratore irresponsabile' (p. 366). I Nessun dubbio che questa rappresentazione del Kaiser, - insistente e molteplice, ricca di episodi e di giudizi, e pure, in conclusione, non priva di monotonia, perché monocorde, superficiale, vuoto era il per– sonaggio ritrattato, - sia animata dal rancore per il congedo dal can– cellierato nel luglio 1909, .e il conseguente duraturo esilio dall,a, vita politica, appena e non fortunatamente interrotto dalla missione in Ita– lia durante la neutralità. Ma ciò non significa, ch'essa sia in.esatta o BibliotecaGino Bianco
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