Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

606 L. Salvatorelli del narratore Biilow. L'apparente distacco non riesce a nasconde.re la tesi· e attraverso l'andirivieni di ricordi, aneddoti e .se ntenze, la linea ' ' 1•· direttiva si scorge senza gran difficoltà. Bernhard von Biilow, dopo m- termezzo Caprivi-Hohenlohe, riprese con mano sagace e sicura il ti– mone della nave tedesca, da cui malamente Bismarck era stato allon– tanato; e la condusse fino in vista del porto, nonostante i colpi mancini del borioso e nevrastenico Guglielmo II. Dopo lui gli incapaci succes– sori e il Kaiser hanno mandato a picco la nave. Questo il sugo delle Memorie. Queste Memorie di Biilow potrebbero chiamarsi, con altrettanta e più ragione, Memorie di Guglielmo II; solo che il «di» si prenda, per dirlo secondo i grammatici, quale genitivo oggettivo, invece che sogget– tivo. Le pagine in cui Biilow parla di Guglielmo sono certo assai più di quelle in cui parla di se stesso; ma nelle prime, ancor più che nelle seconde, Biilow è l'agente, e Guglielmo il paziente, sballottato qua e là tra un ceffone .e l'altro, e spinto alla ribalta nelle pose più compro– mettenti. La dissimulazione di Biilow consiste in questo, eh' egli fa giudicare il Kaiser prevalentemente dagli altri, o da se stesso, facendolo parlare ed agire innanzi all'esterrefatto e sollazzato spettatore. Quando lo giudica direttamente lui, assume un'aria degna e compunta, in cui il doveroso rammarico per i torti innegabili dell'Augusto signore s'in– treccia con difese di scarsa portata ed elogi inconcludenti. A caratterizzar.e il Kaiser Biilow mobilita tutti, dal Cancelliere di ferro al conte Monts, pur cosl disprezzato dallo scrittore, dalla, impe– ratrice Federico, la madre di Guglielmo, a, Phili :Eulenburg, il corti– giano intimo, cui il Kaiser dava del tu, da una dama di corte inglese al ministro della marina italiana Benedetto Brin. Bismarck aveva detto sin dal marzo 1891, un anno dopo il suo ritiro, che « vedeva nero nel futuro » : il Kaiser non era accessibile durevolmente all'influenza, di . alcuno, e momentaneamente a quella di tutti, e faceva tutto sboccare immediatamente nell'azione, così da distruggere ogni stabilità; di più, difettava di senso ·giuridico e di colpo d'occhio, non aveva rispetto né comprensione per il diritto altrui, andava sempre oltre il segno (p. 45). Più tardi, nell'anno stesso della morte (1898), il grande uomo di Stato. aveva profetato al figlio Herbert: « Biilow è un bravo ragazzo [il « ra– gazzo», nato nel '49, era ormai cinquantenne], e fin tanto che egli dirige la politica estera, le cose andranno ; quello non incappa nella guerra. Ma presto o tardi il Kaiser si guasterà anche con Biilow, e allora verrà la catastrofe» (p. 225). Il colpo è a doppio effe,tto: esaltazione di Biilow, condanna del Kaiser. Più brevi, decapitazione di un colpo, le· parole dell'imperatrice madre a donna Laura Minghetti, la suocera di Biilow: « Mon fils sera la ruine de l' Allemagne ». Questa s.e.ntenza fu– nebre venne pronunciata a,d Altavilla, presso Palermo, . in cospetto~ - non manca, di rilevare il memorialista cui piacé il colore, - del ma– gnifico mar.e azzurro e del pittoresco monte Pellegrino, dei limoni, gli ulivi e le palme della, Conca d'oro (p. 82). Più brutalmente si esprime il Monts (quello che fu poi ambascia.tore a Roma, mandatovi dal lo ste sso– Biilow, e di cui anche Giolitti nelle sue Memorie mostra di av.er ri- BibliotecaGino Bianco

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