Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Addio alla Tina 455 mondo interiore che nessuno di noi avrebbe sospettato in quella « scolara>> così bo1I1acci001a. Quel suo mondo era fatto più di ten · dooze e d'ideali che di oose concrete,-illl evidente contrasto coo. la brutta realtà che aveva-circondato la sua illlfanzia e che app,ariva <l'.a certi suoi accenni fugaci e riservati. Ella doveva esser cr,esciuta in mezzo alla bigotteria e agli intrighi, alla rozzezza e agli adulterii. Se n'era liberata e ora si se111tiva orgogliosa di poter lamciare la sua amima verso le sfere più elevate. Per farmi capire la consistenza di certe sue aspiraziom.1, per capirla meglio ella stessa, faceva degli sforzi commoventi. Aggroppava la frolllte alla radice del naso, stor– ceva dolorosamoote la bocca, cercava con gli occhi inquieti un'im– magillle, un'idea, un punto sicuro su cui fissarsi. Il treno nel frattempo s'era già fermato a molte stazioni ed altri via-ggiatori erruno saliti. Si stava pigiati ora. Mi trovai, seduta al mio fiamco, !!Ila dolllna asciutta e corrosa dal lavoro dei campi. Ella discorreva ·oon un uomo, forse il ma.rito·, che aveva trovato posto dr faocia a noL Dovevamo avere qualculllo di casa illl un reggimento del fronte. Ella -teneva una cesta sulle gilllocchia e ogni trunto vi abbando1I1ava sopra il capo; l'110mo levava il sigaro di bocca e sp,utava rabbiosamente per terra. Ebbi più volte la tentaziollle di rivolgere la parola a quella donna, ma l'immaglne e il ricordo della Tilila mi riprendevamo. Rievocai qu~l suo. mondo d'allora. Mi tornarono alla memoria certe sue frasi, come se le avesse pr,onunciate il gionno prima. Che oosa voleva ella veramente ? Vivere con si1I1cerità, sfidare le consuetudimi so– ciali se occorresse; per quanto dolllna, lll-O:n dipendere che da sé. llll un mondo nel quale, .come primo atto di franchezza e di ribel– liollle, aveva negato l'ililgerenza di Dio, bisognosa com'era di fede, ella esaltava l'uomo, la potenza della ragione e della volollltà umana. E sopratutto credeva IIlella cooperazione. Come s'animava quamdo parlava dell'amicizia e del bene che avrebbe potuto attuare nella vita amche un piccolo gruppo d'amici, conoordi e am.imati dallo stesso ideale. L'avvenire la esaltava, perché se lo figurava come UIIla ma,teria da formare con le p,roprie mani. Ma qualulllque fosse stato il suo avvenire, ella non si sarebbe mai adattata alla piccola vita di menzogm.e, non sarebbe mai stata oome le altre, come le sue com– :pagine che riducevano tutte le loro aspirazioni al matrimolllio e illl attesa di questo accettavano di far le maestre. No, ella sentiva che l'illlsegnamento bisognava prenderlo come UIIlapostolato o ri- , nUlllciarvi. Sarebbe and~1ta-illl mezzo al popolo colll la franchezza delle sue idee, perché fra il popolo, prima che altrove, era necessario a,ooondere la fiaccola della fede. Io lllon le domam.davo di quale fede intendesse parlare, vedevo in lei una vol01I1tàtutta virile e l'ammi– ravo, lei così d,orma, colll quel suo corpo dal bacino largo, con quei suoi atteggiamenti tanto ma-terni, quando s' abbando1I1ava alla BibliotècàGino Biancb
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