Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

Poe e le lettere italiane 4.51 come uino di quei disgraziati che, già più di UIIl secolo fa, si occupa– vamo della diff usione del libro italiano all'estero! Ma c'è una citazio.ne curiosa, nei suoi scritti, che merita un po' d'attenziollle. Due volte egli ricord'a l'abbé Gravina [X, 42; XVI, 6] per un suo pensiero sulla musica, che ci f.a piamgere, per eccesso di piacere. È curioso trovare il nome di questo teorico del– l'arte, che, illl un certo senso, prelude e prepara la teoria romantica dell'arte, e può essere considerato come rnn anello trà Vico e il secolo XIX. Di tutte le teorie del Gravina, una sola, secondaria, sembra essere arrivata, come un palililsesto di cui restano poche parole decifrabili, fino al Poe; e, come dimostra quel titolo d!i abbé, ilil una traduzione o citazione francese. . Forse, ·•seavesse potuto leggerlo _interamente, chi sa che nolll ci avrebbe trovato qualche cosa di più, e di meglio : di più confacente al suo spirito. Ma cosi com'è, e pur significativo. Pare UIIl relitto di naufragio. Della gram nave della civiltà italiama e del pensiero italiano, arelllata sulla spiaggia americana, UIIl ragazzo di genio nOIIlritrova più che qualche frantume, uno specchietto, una, borchia, una scheggia; e la colil.serva fra le sue curiosità e oose care ; non va alla ricerca del resto, che non illldovina lllemmooo; ci giocherella, ci -si diverte un poco, ci si specchia, fa qualche smorfia (Poe i:nolll va 1 d'-acoordo in tutto col Gra,vina) e poi l'abbandona. Cosa di nessuna importanza, ma a me è parsa simbolica. Che cosa cOIIltache il Poe non abbia COIIl.osciuto tante opere italiame, e, per esempio, Vico ? Conta nulla. Ma, quel pensiero del Gravillla mi faceva cristallizzare in moote la visione dii tamti altri pensieri, e forme, e accenti, e ritmi della nostra coltura, che ho ritrovato illl scritti e in conversaziOIIli americane, lllello stesso stato: spezzati, staccati, tradotti, mischiati, usati ùome si usa per curiosità di ra– gazzo o per gioco UIIl relitto di nave sopra una spiaggia lontana. 1 Ma questo non si poteva dire. Riflessioni inopportune bis-ogna fame di rado, per 111ecessità,e noill certo a prrunzo, invitati. -Meglio· ascoltare quel che dicevan gli altri paesi. E prima di tutto. gli Americani; i quali, quando son colti, si la– mootano perché Poe 1110n è da loro abbastanza ricordato e stimato. Un poeta inglese che parlò quella sera rievocò certi ricordi di guerra, quam-do s'era trovato con gli·Americani al fronte, e il discorso era . voouto su Poe (nemmeno le trincee facevano sbollire i calori let– terari); su Poe che per noi d'Europa è un poeta di g ooio, e per molti Americani è soltanto rnn bohémien, che no111 fu abbastam.za gentlema,:n. È ,più facile avere dei gentlemen, che dei geni, noi poo– siamo; ma molti Anglosassoni peinsamo che è più necessario avere dei gentlemen che dei gooi. Forse, dirà qualcuno, Poe non è molto << america,no >>; è l'ultimo BibliotecaGino Bianco

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