Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

450 G. Prezzolini caccio · e la paraO'ona con la descrizione che si trova nel Rienzi J the ' b last of the Tribunes ,di Lytton Bulwer. Era il lato più « poeiano >> del Moozoni e del Boccaccio ? Quei cadaveri, quegli strazi non paiono adatti a uno sfondo di novella di Poe ? Fra i romanzi italiani che capitaron fra le mani del Poe ci fu anche l'Ettore Fieramosca. Anche in questa recensione si vede che Poe vuol riempire righe (ah se avesse conosciuto il sistema di Du- - ' . mas,- dei dialoghi con battute di poche parole, sempre a capo, chi sa come lo avrebbe impiegato) e mette fuori le sue conoscernze -sul teatro italiamo (a traverso a M.armontel e all'opera d'el Baretti sugli Italiani) così povere e di secondà m'ano, che mi fan dubitare di quelle altre, troppo dirette, che abbiam sopra mostrato. Ma la critica d'ell' Ettore Fieramosca) anche a traverso la traduzione, ool– pisce nel segmo : « è un'opera vivace, ma gli ma,nca quel che noi [Anglosassoni] chiamiamo 'autorial commem.t' - quel che dona tamto ai romanzi' di Scott, di Bulwer, di Disraeli.. __ è un libro troppo debole, frequentemente, per eccesso di semplicità nella :forma e nel tono. La narrazione va, inlllanzi come se lllel 'lllarrare' consi– stesse tutto il compito del romamziere. L'interesse si riduce ai soli avvenimenti)). La povertà spirituale di quel romaihzo nolll poteva esser meglio definita ; ma è certo che 1I1el10Soott vi sia maggiore ricchezza? Mi resta ben poco altro da osservare: un verso italiano, che si trova frammisto ai versi inglesi del Poe, in un Sonetto a Zante (che nOIIl ha lllulla, da fare oon quello di Foscolo) : O hyacinthine isle ! O purple Zante! <e Isola d'oro! Fior di levante! ii. [VII, 80), Verso di Poe? Preso ad imprestito? A chi? Non lo saprei. Non~– stamte le sue polemiche contro i <<plagi>> e i << mosaici letterari>> di Longfellow noo è certo che il P,oe nolll sapesse incastrare abilmente qualche -diamante o vetro di altri 1 ). L'Italia figura qualche volta nelle opere secondarie di lui: Italia di maniera, Colosseo di carta, Rinascimento di gesso. Di ,Italiani che avessero ooltura letteraria sem.bra ne abbia conosciuto uno solo: il Maroncelli, di cui ci ha lasciato un ritratto, che però dice poco, nei suoi Literati di Nuova York [VIII, 44]; ma il Maroncelli deve avergli_ parlato assai di letteratura italiana, perché ce lo dipinge 1 ) Credo inutile accennare all'ipotesi che il Corvo sia stato preso da uma poesia italiana il Pappagallo, pubblicata in una rivista artistica milanese del 1809 da un certo LEO PENZONI ( chi ne sa qualche cosa ? l'editore americano più diligente non ha trovato nulla: Works, VII, 212). Quel che possiamo dire è che certamente quel Pappagallo italiano non è un capolavoro, e il Corvo lo è. ' · BibliotecaGino Bianco

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