Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Poe e le lettere italiane 449 Più interessanti sono le recensioni di alcune traduzioni; reeen– sioni che scriveva per guadagnare qualche soldo, e che mostram. d'a lootano i riempitivi, ora polemici ora scherwsi (per esempio par– lando d'un traduttore che traduce male, il Poe osserva: « forse aveva fame, sfortuna per la quale sentiamo di provare una viva sim– patia))). La reeensi-One più importamte è quella dei Prom~ssi Sposi (pubblicata 111el Southern, Literary M,essenger) ma-ggio 1835). Essa comincia con un excursus ironico sulle « dilllastie di romanzieri )) come i Ra.tcli:ffe, gli Edgeworth, gli Scott, che, simili alle dinastie dei Cesari, « passaron dal buono al cattivo, dal cattivo al peggi-Ore, finché si spensero)). Parla di Dhrr.Reli 1 di Bulwer (di cui era ap– passionato lettore, e dai romanzi del quale deve essersi fatta U111'im– magine romruntico-sentimentale degli Italiani del su9 tempo), di Sam. Tomaso e di gastronomia : tanto per escl&mare che il troppo nutrirsi, corrie il troppo leggere, rovillla l'arte del mangiare, come quella letteraria ; c'è troppo da leggere, siam minacciati di « di– spepsia letteraria)) ! Meno male che « abbiamo qui qua1che cosa di buono)) (sono i Prom,essi Sposi che, otto runni dopo la pubblicazione, arrivam.o in America). Vorrebbe darne un riassunto, ma 1110n può. L'intreccio non è i!Iltrigato, ma ogni parte è necessaria al tutto, e 'se si taglia via qualche cosa, si sciupa il tutto (ma io vedo in questo giudizio un po' di pigrizia: perché di tutte lè vere opere d'arte si può dire lo stesso). Tutt'al più si può ,osservare che, a parlar pre– ciso, non si tratta di un romanzo originale. :È evidente che Manzoni c·onosce la letteratura illlglese, e· ha preso più -d'uno spunto da W~lter Scott (amche P.oe 11.10n può escir da questa rotaia: ma non ne erano esciti fuori, a quel tempo, nem– meno gli italiam.i e i manzoniani). La storia dei picc,oli paesi ita– liani è mooo i!Ilteressante di quella illlglese, ma offre maggiori occa– sioni di mostrare caratteri individuali e passi,oni che promuovo111 l'interesse del lettore. Perciò il Poe sj ferma sul Cardinal Borromeo, un « carattere storico, dipinto come esso fu; e difficilmente si tr,o– verebbe 111egli a111nalidell'umam.ità un più glorioso esempio di pu– rezza, di entusiasmo, d:i inspirazione virtuosa)). Di Renw e Lucia, nulla; di don Abbondio, nulla; e si capisce. Come si capisce che ciò che pare più importante a Poe è la storia della Monaea di Monza; e c'è in lui UIIl po' del protestam.te, o almeno dello scrittore per wn pubblico di protestamti, !Ilelcriticar lo zelo cattolfoo di 'Man– zoni e lodarlo d'aver tuttavia scorto « quanto Lutero)) ( !) gli abusi · di quella Chiesa. Anche qui, e,ome per il Borromeo, sente che la Mo11.1aca di Monza è figura reale; citerebbe volootieri le pagi11.1e su Geltr-ude; ma no111 può, e si riv,olge, invece, ad altre: a quelle sulla peste. ·· Le descrizioni della peste nella. letteratura italiana 1110n so1110 molte; ma l'argomento piaceva al Poe. Conosceva quella del Boc- 29. - Pètlaso. BibliotecaGino Bianco
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