Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

Poe e le lettere italiane 447 parlare ad igmari, occorre trovare sempre termini e parag,oni di oose 111ote.Almeno questa è la mia esperienza, e ho fatto il mezzano delle colture troppi anni perché. possa ingannarmi grossamente. Io cerco sempre qualche U1ncinoche prenda, l'ascoltatore ,sul priincipio; dopo, posso benissimo perderlo, ma una volta inghiottito l'amo, al– meno U111 ricordo mio glie lo la-scio. E mi son fatto un prontuario di certe equivalenze (di cui conosc-0 tutta la fragilità e nelle quali mi guardo bene dallo insistere troppo, per timore che, come la celata di carto111edi Don Chisciotte, 111-0111 abbiano a farsi in pezzi al primo colpo serio; ma il colpo serio non_arriva a t empo : le ho già levate di mezzo), o di ricordi. L'igmorante è felice quam.do può, in un di– soorso, trovare un concetto, un nome, una parola che gli si prese:nta con aria di conoscenza: ·1a memoria gli tien luogo di comprein:sio111e. (Questa è una buona r·egola. 00111 gli ignoramti; quando poi si parla con le persone colte e intelligenti, allora non ci sono regole). Per aguzzar l'appetito (eravamo a-d un pranzo, no111 dimentichia– molo) com_inciai dunque com Poe e Croce: cose note, almeno di nome, e si poteva andar lisci. Ma Poe cwosceva l'italiano rubbastamza per giudicar di lettere italiane? O tutti i suoi giùdizi eran fondati sulle traduzioni, 111-on ottime, secondo quel che lui stesso 111e diceva, dei suoi tempi ? La lingua e la letteratura italiane facevano allora parte del cwrri– culitm di un gentiluomo, e sopra.tutto delle signore e sigm,orine ameri– cane, per tradizione ricevuta dall'Lnghilterra, come lingua e lettera– tura di bellezza, d'ornamento, nOlllutilitaria, accanto e subito dopo il greco e il latino; e tale ce le presentano le memorie dei primi profes– sori, avventurieri politici e' di ooltura, che le insegmaron negli Stati Uniti ,come·Filippo Mazzei, Carlo Belli111i e Lor,einzoda Ponte. Ora il Poe veniva dagli Stati del Sud, paesi di tra,dizioni più aristocratiche, e ne conservava. i gusti e pregiudizi (vedi la sua difesa della schia– vitù). Egli studiò bene il francese: si sa; ma fece anche un semestre di italiano e, se si deve credere a un suo compagmo di scuola, profittò dell'insegnamento illlmodo straordinario: poiché, avendolo studiato dal 1° febbraio al 15 dicembre 1826, riesci.. .. Ma è meglio lasciar la parola al compagno, il signor William Wertenbaker, che 111arròla cosa quando era biblioteca,rio dell'Università della Virginia; e per– ché n0111 credere, amebe se un poco meraviglioso, al racconto d'un 0111esto bibliotecario, carica, se mai ne sia al mondo, che presuppone prudenza, esattezza e memoria in ·chi la ricopre ? « Una volta il prof. Blaetterrnainn chiese agli studenti d'italiano di tradurre in versi inglesi una parte d'u!ll bra1110 del Tasso, che dovevan preparare per la prossima lezione. Non era un vero e proprio compito, bensì un esercizio che raccoma,ndava loro per la sua utilità. La lezione seguente il professore proclamò dalla cattedra che il signor Poe era stato l'unico studente della classe che avesse accettato il suggeri- BibliotecaGino Bianco

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