Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

446 G. Prezzolini esporre nuove interpretazioni; e forse, averli conosciuti, co111vooiva meo-lio raccontare deg'li aineddoti che sono sempre accolti booe nel- b 1 - l'oratoria anglosassone, anche se appaiono come un cavolfiore messo all'occhiello d'un abito da società; ma ci sono aneddoti letterari su Edgar Poe i,n Italia? Sarei disp,osto a pagarne qualcuno, al– mooo qualllto una buona << cartolina del pubblioo )) a chi me lo sug– gerisse per un'altra volta che mi capitasse di dover parlare di Edgar Poe in America. Ma, poiché mi rioordavo vagameinte ,d'una certa recensione che il Poe aveva fatto dei Promessi Sposi, mi venne fatto di pensare che forse c'era da citare qualche giudizio del Poe sulla ietteratura ita– lia;na che poteva avere il pregio della stramezza, se non della novità. E mi misi a scorrere le edizioni più complete dello scrittore ame– ricano, dove attenti editori han ripubblicato tutte le collabora– zicrni a riviste letterarie del nord e a giornali del sud, ed ecco quel che ho trovato: non è molto, né importante, ma può forse in– teressare un lettore curioso. Edgar Poe è popolare fra 111oi per i suoi racconti, ma non per le sue noterelle letterarie; sebbooe il OrQoe le abbia citate oon lode, per una affermazione estetica, che ci è contenuta e che s'~corda assai bene con la dottrina dell'Estetica: poeta e :filosofo pensano egualmente che la critica debba esser, pel" forza, negativa, e che quamdo il critioo arriva dinanzi a ciò che è– bello, 1110n gli resta altro che indici:i,rlo. Questa immagine del cri– tico, costretto prevalentemente, o quasi, a far il detrattore, o a ta– cere, col dito teso verso l'opera d'arte, dà certo una- grande soddi– sfazione a coloro che non posson soffrire i critici e che cercano di screditarli, cioè agli a,rtisti permalosi; e non parve vero al Croce di trovare invece u,n artista non permaloso, Ulil vero artist11,, che era anche un uomo _di gusto e di curiosità e di rioerche fuori del campo, stretto dell'arte s_ua,che gli desse ragione. « Del bello, che è bello, o in quanto è bello, non c'è nient'altro da dire. Dinanzi adi esso l'in– telligente d'arte, colui che la sa lunga in queste cose, obstupesoit non solo ma ainche obtioet .... Ohe l'armamento della- critica abbondi, di concetti e parole onde si discernono e qualificano i difetti, le esa– gerazioni, i punti morti, i relitti della poesia, e scarseggi invece di concetti e parole che suonano approvazione e lode : è stato ·molte· volte osservalo, ma no111 altrettanto inteso, a segno che di quella. osservazione si è fatto poi un lamento, un'accusa e una critica allai critica. Per compenso, ben l'i,ntese un critioo che era un gra,n poeta Edg·ar Poe, il quale vide in quell'accusa l'igno:r:anza del vero uffici; della critica .... )). Ora anche a mc 1110n parve vero di cominciare da qui, cioè dali Croce e dal ,suo incontro col Poe: perché laggiù; il nome del Croce– è assai riverito (ma si son fermati alla prima Estetica, e alla com– prensione, specialmente, {'.hene ebbe lo Spingarn) ; e quando .si deve- BibliotecaGino Bianco

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