Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

r etrine d'un mondo nuovo VETRINA CHIUSA. La più bella, forse. Quella che m'avrebbe data la più profonò:.r delle soddisfazioni, il più sincero degli erntusiasmi. Tormento delle· vetrine chiuse nelle quali sta' sempre na-scosta la s-0la c-0sa che .si vorrebbe oomperare. Dietro a questa tend'a che le circostamze hanno• disteso davaru.ti ai miei occhi sta forse il genio vero di questo popolo. M'era possibile vederlo in. azion~ e dovrò tornare in Europa com questa nostalgia. Le ·apparenze m'hrunno distratto, ma quel che più premeva conoscere m'è sfuggito. N011 ho veduto il più grande sta– bilimento industriale d'America. Che importano a me i resultati '! Le cose prodotte riflettono. i gusti le opinioni le domande dei mer– c_ati. ,Si sa quel che valg·ono. E le grandi ricchezze? Fortuna e ra– pina su più va.sta scala. Quel che interessa è il metodo, la tec-nica. Il genio vero di que– sto popolo sta nell'aver considerato il lavor·o umano c-0n-0cchi nuovi. Colui che, primo, si fermò ·un giorno ad osservare quattro muratori. che tiravarn su un loro muretto per studiarne le mosse i s-0spiri le· parole le pause le bestemmie·, che, primo, sorrise fra sé di tanti vami gesti e dell'inutile affanno, che si propose di togliere al lavoro· umano la scoria dell' impreciso, il peso dell' inutile, l' ombra del . complicato, quegli era il vero americano di genio. Obbediva costui all'istinto genuino d'ella sua razza nuova, tutta protesa a.l «fare>>· e questo «fare>> scarniva all'essenziale. Scienziato, perché della Natura aveva sorpresa nel lavoro la legge più bella: il minimo sforzo, artista perché gli davl), la snel– lezza d'ogni cosa perfetta, filantropo perché all'uomo costretto al layoro, - cioè a tutti gli uomini, - conservava tesori d'energie fino allora sprecate. Tutte le obiezioni non cancellàJno quel tratto di genio. Ahimè non ho vista in azione una grande fabbrica. Non co– nosco l'America. F ,or.se è meglio. Io non ho da vivere quaggiù e mi sarei inutil– mente viziato. Lavorare alla meglio in tanti nOillè forse la sola e– pfotosa risorsa di chi ha urna patria povera ? MUSEO. « Con tutte le sue Alte Forze, l'Uomo COillservanella sua corpo– rale impalcatura lo stampo indelebile della sua, bassa origine)). Queste parole che chiudono il libro delle Origini ed' hMmo ~a so– lennità jeratica d'un Testamento. capovolto, sembrano scritte su. tutte le vetrine di questo immenso .Museo Nazionale di Storia Na– turale. Dove tutto è così chiaro ordinato e dimostrativo che la Na– tura sembra un enigma risolto, un libro letto. Dalla foglia al tr-0noo millenario, dall'insetto al dinosauro, dai BibliòtecaGino Bianco

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