Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Vetrine d'un mondo niwvo trino di paese nel quale ù111 vecchio comico esplose um.a sera la sua, :fiera battuta : - Io so1110 il duca di questo maniero! - E dalla. folla attentissima -sbottò la risata ,solitaria d'un critico spettatore. Oo111tro la quale avanzò l'attore gridando: - O che tu ridi, bische- raccio? - Finito. _ Applausi, risate, simpatie ritrovi tuttavia wncora nei teatri mu-· sicali. Anche qui pubblici ènormi malgrado i prezzi altissimi, lusso di scene, precisi0111e tecinica, sovente buon gusto. Gli spettacoli son caJil– didi: 111é le salaci parole di qualche mimo o la soda bellezza delle– donne riescono a spogliarli d'um.a certa loro puritana ingenuità. Anche queste bellissime girls no111 possono essere lascive. Quei loro g,estini d'autom.i standardi;i;zati son troppo grulli e i loro oorpi per.: fetti sentono troppo la ginnastica e il sapone. Nudità sane, insomma, che mettono piuttosto allegria che torbidi pensieri. (Impressioni dalla platea, intendiamoci.. ..). Ma come danza questa gente.! Se taluno di quei piedi leggeri la– sciasse un'orma sul terreno, quali ornati leggiad:r:i .si potrebbero· ammirare! Oggi, la danza p-referita è fatta con le scarpe rotte. La battuta del piede si spezza si frantvma si moltiplica i,n un irresi– stibile linguaggio di ritmi. Altri danzatori seguono la musica coin tutto il oorpo, nessun muscolo escl uso. Disos sati, senz'anima, sem– brano _abb8Jl1donarsial ritmo in una specie.di misticismo muscolare .. Ohe supera i limiti ,del bu-0n gusto. Dove questo limite B ignoto è in alcuni inverosimili teatri òi va– rietà nei quali il cinematografo s'alterna ad altri spettacoli. Qui prospera truculento un. americanismo da villalll rifatto del quale non· puoi che rid'ere. ' Da un accecante vestibolo la vittima passa in un atrio smisu– rato a colonne quasi marmoree, tappeti quasi persiani e statue di bronzo ra:ffiguralllti uomini oscurissimi. Immobilmente composti, de– gli smilzi servitori elegrunti, sperduti in quell'immensità, indicano– con parche voci e gesti da cinedi la via da seguire. Piena di timore e· di speranza, la vittima inoltra per meandri lussuosi e le tappe del lungo cammino le son segnate da cantori nostalgici che le soffiano· sul volto una nenia, da pellirosse accuratissimi che le chiedono· il profilo, da gauchi indolenti che in una lor siesta artificiale s'ab– bandonaJ110sugli accordi dei plettri. Giunta alla sala, - non sala,. ma speco immane rotto da poche luci misteriose, - la vittima siede. E tosto da due organi giganteschi s'aprono liturgiche cateratte. In alto, .sospeso fra cielo e terra, appare un corteo di monache bian– covestite. Hanno tutte un cero aoceso in u111amaJ110e cantano,. dolcissimamente. E a loro risponde l'improvviso « a solo)) d'un'altra suora che sbuca, altissima e bianca nella luce d'un riflettore. Le voci del coro e della solitaria, s'intrecciano, salgono, .spasimano m BibliotecaGino Bianco
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