Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Vetrine d'un mondo nuovo derB da umili ,paruni al sole, oscure chiese riempirsi d'umili ceri e di, oonsuete pr~ghiere, squallide delusioni cosmopolite allinearsi sulle panchine di pietrad'i,nformi piazze, minutaglie distendersi per quar– tieri stracchi e assonnati oome povere città di provincia, vedreste equiv-0che wne dove l'ozio l'ignorrunza e la turpitudi[le umana ap– paiono ignude, senza un brandello· di sogno o di .speranza che le ricopra. Vedreste l',ombra di quella luce, la polvere di quel trionfo. SIJ,EJNZIO. Oasi di silenzio, impoo.sabile in questo tumulto: l'Acquario. Poche persone s'aggirano oon aria incredula di[lanzi alle vetrine illuminate da una verde luce d'abisso. Tutta la fauna atlantica è p-rigioniera e vi si muove in silenzio e in siloozio s'ama si nutre s'offend'e per la nostra curiosità. Vetrine di mò.stri e di gioielli. Pesci-gatto baffuti ~ grotteschi, irsuti porcospini dell'abisso, pesci leggiadri che trotterellano pudichi o· guizzano estrosi per solle– va.rsi in lente volute su grandi code rosate, camaleonti del mare che si striano si punteggiamo o imbiancruno ,nell'attimo che li guardi, forme incredibilmente immote che simulano la roccia l'alga il co· rallo, instabilissime e multicolori come stormi di farfalle o cascate di fiori, spaventose come incubi se avanzano improvvise sp,alancando l'ombra vora,ee delle lor fauci/smisurate. Sopratutto m'incanta questo pesce d'argento. Non è p,o,ssibile vederlo vivo perché soltanto la penombra ,degli abissi gli oonsente la vita. È chiuso in una teca, rigido. Non ha quasi corpo, non ha quasi capo. Da un vertice si staocano due lunghissimi peduncoli in cima ai quali sbocciamo come fiori due immensi ocehi. Par di vedere, di sentire quegli impossibili silenzi. ScrnNZA NUOVA. Anche·qui, grattacieli e sobborghi. Ha iuogo quass~ in questi giomi un Coogresso mondiale che s'in– titola all'Igiooe Mentale. Scienza nuova o, meglio, capitolo nuovo dell'antica psichiatria europea. Stanchi di segnare il passo sopra le terribili asprezze d'una scienza in cammino, sembra che questi co– looizzatori abbiano voluto saltare gli ostacoli e si .sian gettati ami– mosamoote sopra un terreno inesplorato. Questa nuova Igea si propooie di combattere le cause certe e le presumibili d'ogni malattia mentale. Vuol prevenirle insomma, fi[l dove è p.o,ssibile. Ma la sua lotta non è tanto sferrata contro le cause organiche, - oggetto della psichiatria classica, - quanto contro quelle psicologiche e so– ciali. E fra queste la pedagogia è il campo di battaglia preferito. Qui essa entra oon sana ba,ldanza, vi spalamca porte e :filllestre perché BibliotecaGino Bianco
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