Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
Vetrine 'd'un mondo !!,UOVO oscure l?agine simmetriche sulle quali sembrano allfa~earsi inverosi– mili addizfoni. Non disperare tuttavia, perché un fanciullo, - Uill lieto famtastico impetuoso fanciullo, - s'è gettato d'improvviso fra quelle pa;gine r•ovesciando su quella fredda simmetria un suo pazzo ,arcobaleno di colori. Tutto arde intomo a te. Scomparse le torri le case le vie. Pareti di fiamme, prospettive risplendenti e mutevoli, frastuono assor– dante di colori discordi che ti chiamano ti stupiscono ti oomam– dano t'inebriamo. Batti le mani, europeo. I tuoi vecchi fuochi d'artificio, le tue girandole, i tuoi bengala son ben povera cosa di fronte all'incendio di Broadway nottuDna. Lascia che la tua fantasia vi bruci le sue piccole ali, inebriata. Ma noill ritomare in quei luoghi al mattino. Vedresti lo scheletro ,d'U[l sogno, un'orrida e disordinata ra– gnaia di fili, di lampa,de spente, di duri telai. Saresti costretto a comp,rendere che tutto è stato freddamente preparato per esaltare la bontà d'u!Il sigaro o la tenacia d'un pneumatico. E tomeresti a sognare i tuoi fuochi d' artificio : poveri forse, ma, se dio vuòle, inutili. « COMFORT )). Sei ascensori, voraci come le sei bocche ,d'U[l mostro, suggono gli ospiti di questa «locanda)), i!Ilinterrottamente. Son deposto all'undecimo piano e m'inoltro per ,soffici corridoi silenziosi vigilati da una vecchia servente che ne domina l'intrico da una sua tribu!Iletta strategica. Entrato nella camera, distacco subito la mano dall'i111terruttore, senza muoverlo. Perché dal ret– tamgolo della finestra che non ha persiane·, UJlO spettacolo m'hl:\i colp,ito. Ho di fronte a me u!Il'immensa :fiancata dell'albergo sulla quale il mio sguardo percorre stupefatto centodieci :finestre illumi!Ilate. Tutte eguali. Ma per me non soillo :finestre, be!Ilsi piccole ribalte di centodieci minuscoli teatri. Siedo, felice, a contemplarli. L'allestimeinto scenico v'è quasi eguale i111 tutti. Standardizzato. Ma le luci variano. Sfolgoranti, smorzate, equivoche, tragiche, que– ste luci creamo in ogni sce!Ila un'atmosfera diversa. Innumerevoli · personaggi _si muovono in silenzio su quella distesa parete come pesci in un acquario. Ham!Ilogesti pacati, moti improvvisi, spòsta– merrti assurdi che m'i!Ilquietano o mi famno palpitare. Gli uomiilli amano evid'entemeillte discorrere : cosi dicono le loro grosse mani che s'aprono si chiudono si teilldO'lloa persuadere a promettere a supplicare. Le dO!Ilne SO!Il parche di gesti : pupattole meravigliose nei lor pigiama ,dorati purpurei teinebr,osi o verdeargento. Una vec– chia s'indugia, materna, a un capezzale: dolce canizie. Una giovane BibliotecaGtno Rianco
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