Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
426 G. '1ttgli E Domiziano nella villa più volte ricordata, aveva scavato un lllinfeo sotterraneo, che simulava 1'8Jlltro in cui Polifemo fu acce– cato da Ulisse e dai suoi compagni, effigiati in un gruppo marmo- . reo, di cui restano gli avanzi lllel Palazzo Pontificio diCastel Gan– dolfo. E Adriano rnella villa Tiburtina si era sbizzarrito nelle archi– tètture più strame, tanto strane che 1110n sappiamo neppure a che uso servissero, e ricorriamo perciò a denominazioni ipotetiche, oome teatro marittimo, basilica, sala dei filosofi, ecc. La stessa colonna Traiana è un'innovazione quanto mai singo– lare, sia dal pU111to di vista architettÒnioo, sia da quello artistico, col lungo fregio di « stile continuo>> avvolto intorno al fusto. Specializzati erano i Romani 111el costruire piscine, uccelliere e vivai per ogni genere di animali. Varrone aveva u111'uccelliera così bene attrezzata, che vi si potevano allevare fino a cilllquantamila tordi, e sua zia ne aveva un'altra in Sabina che le fruttava più di sessamtamila sesterzi all'anno. Cesare, in un oonchetto dato al po– polo per il suo trionfo, ,offrì seimila murene che gli aveva fornito urn solo allevatore, C. Hirrio, della Oampamià. La piscina d'i Lucullo presso Napoli, alimentata dall'acqua marina, per condurre la quale era stato scavato un monte, fu venduta alla sna morte; pesci com– presi, per quattro milioni di sesterzi, pari a cil'ca un milione di lire , or·o. Ricorda Varro111e che Seio aveva illl Ostia u111a fattoria oon pe– schiere, stalle, parchi per allevare un numero grrundissimo di oche, c•olombi, gru, pavoni, ghiri, pesci di ogni genere, cignali, cervi ed altri animali da caccia. E Plinio menziona co111 particolare riguardo i grandi vivai di chiocci-Oleche Fulvio Lippilllo aveva impiantato 1I1el territorio di Tarquinia. Si c-0mprende come Varrone e Plinio e Svet01I1ioricordino que– ·ste cose singolari ed altre ancora, mentre IIlessuna importanza aveva per loro il fatto che in una villa imperiale, ricca <legli edifici più . lussuosi, esistesse uno stabilimento di bagni, o due o tre che fossero, fondati su mod'esti zatter,oni; l'importanza era, se mai, nella costru– ziOIIlesuperi-Ore, la quale purtroppo è amdata interamente perduta. Se queste costruzioni fossero state dei templi, o oomunque dei luo– ghi per cerimonie religiose in OIIloredi Diama o di Iside o di Isid'e-· Diana o di un'altra divinità qualsiasi del m01I1do ccidentale o orien– tale, certamente il «pettegolo>> Sveto1I1iosi sarebbe commosso e le avrebbe menzionate nella biografia del folle imperatore, oosi come nella vita di Domiziano ricorda le feste Quinquatrie in onore di Minerva, che oostui celebrava nelle silvestri collillle Albane, e le cacce di belve feroci e le giostre ardite e la sua mania moschicida ; così come Cicerone rimpr-0vera a Clodio le sue soorribamde per il suolo sacro di Alba e la profanazione dei venerarndi samtuari della vetusta città; così come Filostrato menziona le stravagamze com– messe d'a Erode Attico il Giovane, per simulare o accentuare ad BibliotecaGino Bianco
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