Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
424 G. Lugli quattro metri e mezzo e carica di mattoni e tegole, che è stata sco– perta sotto la chiglia della nave dove era scivolata affondam.do, prima che il colosso !Ilon affondasse a sua volta e la schi acciasse c-o l suo peso. Sulla barca erano, bottino di predatori più o meno clan– desti!Ili, trentacrnque tegole e quindici coppi, tolti dalla copertura di un tetto della secolllda nave. Nel greto che affiora sulla lllave stessa è apparsa recentemente ullla bella colo1I1nadi giallo antico, alta tre metri e mezzo circa e rovesciatasi a, poca. distanza dal luogo in cui era collocata. Altre prove queste che sulle chiatte naviformi si erge– vano costrm~ioni in solida muratura, avood'o forse soltanto alcu!Ile parti della soprastruttura in legno, ricoperte e-on tetti fittili, o in lamine di bronzo dorato. · Altro interessamte reperto lllel vuotamooto dello scafo è stato quello di due battenti di porte di legino, e di un considerevole IIlU– mero di sportelli, egualmente di legno, fabbricati esattamente come i nostri, cioè con un telaio a due riquadri e co!Ilspecchi intermedi; questi sportelli er;i,no fissati alle coriilici mediante cerniere di me– tallo, e avevano, come presa, da una parte e dall'altra una ma– niglia o un anello con borchia, all'altezza della mano di u!Il uomo. Oo!Iloscevamo già il tipo di queste porte da alcune pitture del primo e del secondo stile pompeiano. Nei recenti .scavi di Erco– lano, in cui il legno si rinviene ancora mirabilmente conservato, un intero tramezzo ligneo è stato ritrovato nell'atrio di un'elegante casa dello stesso periodo, con tre porte, che, messe a confronto con quelle di Nemi si direbbero la stessa cosa. Dunque, queste porte e questi sportelli lllon sono un'i,nvenzione fatta per la nave nemorense, ----, tanto per seguitare a chiamarla così, - ma sono un prodotto nor– male dell'edilizia, con la medesima funziollle di chiudere un'aper– tura- e, - possiamo anche aggiungere, poiché nulla esiste di !Iluovo sotto il sole, - con la medesima funzione che avrebbero ora fra di lllOÌ. A che cosa servirebbero, 1nfatti, oggi tanti sportelli di legno in uno stabilimento balneare? La risposta è ovvia: a chiudere le porte delle cabillle o spogliatoi 1 ) per l;i, toletta prima e dopo il bagno. Il gran 1I1umerodelle cerniere, delle piastre di rame per rinforzare gli spigoli dei telai, d~gli anelli per la presa, dei nòt– toli!Ili per le serrature e dei chiodi per tenere fisse tutte queste parti provano che le cabine erano molte ; il sistema che abbiamo visto per il riscaldamento prova inoltre che fo cabine erano bén riscaldate, in modo da poter servire anche nella stagione autunnale e, volendo, anche nelle tiepide giornate d'invemo. Conoscendo quanto i Ro– mani amassero il bagno e quanto frequentassero gli stabilimenti 1 ) A cabine è stato già pensato, ma a cabine attrezzate come quelle dei transa– tlantici per una lunga navigazione. BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy