Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

A che serviva la nave di N emi ? · 423 pedine formata c-on grallldi mattoni mammellati, cioè forniti di spor– genze per tenerli discosti dal muro, oppure separati con sprangh~• di ferro dello spessore di circa 4 centimetri. Nessun elemento è rimasto per poter precisare la forma dell'edi– fi.cio superiore, ma i resti.dei pavimenti, 00,n la ben nota intercape– dine, chiamata dà Vitruvio sitspensurae cal·dariorwm, dimostrano. ehe si trattava di un edificio fortemente riscaldato, mentre le grand'i condutture di piombo ci dicono che era abbondantemente fornito di acqua. In via 1I1ormale, un edificio così fatto si direbbe senz'altro una terma; e per-ché non ritenere tale anche l'edificio che sosteneva il galleggiante di Nemi? Siamo i:n un placido laghetto che attirava a tuffarsi e a prendere il bagmo per la sua acqua limpida e tiepida, in Ullla delle oontra,de più pittoresche del Lazio, molto frequentata dai ricchi romani e poi dagli imperatori per le loro villeggiature. Nel prossimo lago Albano si oonservano amc6r·a lllumerose bam.chine di ville repubblicane, che Domiziano riunì in un'unica piattaforma, munita di un faro e di un piccolo porto per gli usi della sua villa. Racconta Plinio il Giovane (Paneg. 'Traiani, c. 82), per far notare il eontrasto fra il pavido Domiziruùo e il valoròso Trafano, che l'ultimo dei Flavi usava spesso percorrere il lago Albano sopra una barca, ma che i rematori erano collocati sopra un'altra barca, perché all'augusto dava fastidio il sussulto dei remi e il oontatto della ciurma, così che egli veniva trascÌIIlato a, diporto « come una zattera qualsiasi». · Le sponde del lago Alb::IID.o, specialmente a ponf>nte è a setten– trione, sç>no·meno scoscese di quelle del lagò nemorense, on-de là si potevaillo costruire sulla riva ampie ville e stabilimenti di bagni,_ mentre era quasi impossibile far questo sul lago di Nemi, a causa delle sue ripe scoscese. Ed ecco la stranezza di un imperatore strano: si costruisce una pseudonave per porvi sopra uno stabiliménto di bagini. La nave è illltessuta con la tecnica stessa di quelle vigorose e svelte triremi che solcano sicure i mari del vasto impero ; ha la prua e la poppa egualmente adorne e forse coo lusso maggiore; ha lo scafo impiantato co:n lo stesso sistema di carpenteria, ormai giunt-0 alla perfezione: la chiglia incatramata, rivestita di lana e foderata coo una spessa lamillla di piombo. S-o-ltanto, sotto la linea di immer– sione, la sua formç1,è piatta e bassa, a guisa di una di quelle zattere ehe trasportavam.o a Roma dall'Egitto i monolitici obelischi. Il peso che essa doveva sostenere era enorme, come dimostra il materiale rinvenuto nello scavo_ 1 ) e come prova una barchetta lunga 1) Tanto per dare delle cifre; si sono recuperati: più di 700 mattoni bipedali (cm. 60x 60x 4,5) del peso complessivo di oltre 18 tonnellate; 2800 mattoni bessali (cm. 20x20x4), pesanti circa 1l tonnellate; 260 tubi di coccio e 28 metri cubi di tegolozza varia, pesanti 32 tonnellate e mezzo; e questo non è che _il residuo di lunghe e sistematiche spogliazioni che cominciarono fin da epoca antica. BibiiotecaGino Bianco

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