Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
420 G. Lugli lo scopo di regolare e i111terrompere l'afflusso delle acque quando queste non serviva1110 più, oome si osserva. in più piccolo, ad esempio, ilil tante case di Pompei. La nave è lu111ga circa 70 metri e larga 20. Vedremo poi quale peso enorme era destinata a sostooere ; una tale massa non poteva muoversi sooza un lllotevole sforzo da parte di decine e decine <l'i rematori bene collocati lungo i suoi fianchi. Ebbooe, non una sola traccia per remi si -0sserva nella parte meglio conservata dei bordi, che arriva in qualche punto fino all'orlo del parapetto. La profon– dità massima della II\avein linea verticale, dal pOIIltedi coperta alla trave cootrale di chiglia, non oltrepassa i quattro metri. Ammet– tendo, salvo calcoli più precisi, che essa emergesse per una metà circa, cioè per due metri, si può calc-0lare la lunghezza dei remi che sarebbero occorsi per muoverla. Ma il calcolo è :iJilutile perché la 111ave non ebbe mai né remi né rematori. Vi è infine la reoente .scoperta di un'ancora, mootre un'altra giace tuttora 111elimo, in attesa che il livello del lago si abbassi amc6ra un poco per poterla recuperare. L'ancora è alta più di tre metri, costruita coo tutte le raffinatezze dell'a,rte marinara, in ferro, rivestito, anzi racchiuso, entro una cassa di legno. Il perché di questa anomalia non è chiaro: è probabile che ciò sia stato in– tenzionalmente voluto per aumentarne l'attrito e quindi per evi– tare che l'ancora affondasse troppo, e, nello stesso tempo, che non si potesse tirare su, o strappare, tanto facilmente. L'abile assistente signor Tassam, che fin dall'inizio vigila per la parte archeologica sui lavori di ricupero, prima sotto la direzione del professor Giuseppe Oultrera, e ora sotto quella del professor "CgoAntonielli, ba osservato nel greto le tracce di una lunga corda. Sebbeine l'ancora sia stata trovata a circa duecooto metri di di– stanza, non è improbabile che appartenesse proprio alla nave che oggi ammiriamo, come pure l'altra, la quale, anomalia anche più • strana, sembra tutta di legno. Se la nave aveva le ancore, - diranno i sostooitori della sua na– vigazione, - e se queste si solllo trovate ad una certa distanza dal luogo in cui è poi affondata, ciò vuol dire che camminava e che forse le ancore vennero strappate in qualche accidente di naviga– zione. Al contrario dico io, le a111core, che certamente non sono due soltanto, furono calate in quei punti quasi a raggiera i111tornoallo scafo, e a notevole distanza, per meglio tenerla salda e per rendere difficile, una volta calate, di trarle fuori. Questa precauzione era 111ecessariaper evitare amche i più pic– coli movimenti che av:ebbero potuto danneggiare il pontile, rom– pere le tubature metalliche dell'acqua e forse amche comprometterne la stabilità. Dunque, la nave non si muoveva. E, infatti, c'era proprio biso- • BibliotecaGino Bianco I•
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