Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
418 G. Oomisso - Viaggio in Toscana strada e appressatomi al mi.o amico gli dissi ad un orecchio: - Ecco, inoi ci siamo mossi per incontrarci con lui. - Il ragazzo s'incuriosì di questo ;nostro parlare segreto e fattosi vicino ci rim– proverò con tono d'offeso, ma noi non potemmo trattenerci dall'al– lungare le braccia e afferratolo per la vita lo stringemmo, dispu– taJI1doci per baciarlo, c'inebriava, come avessimo ritrovato in lui l'aspetto della nostra giovinezza perduta. Ma egli ci sfuggì di– cendo : - State attenti che mi fate venire la febbre. - Scuoteva la testa nel rimettersi a posto i capelli, ci guardava a due passi, vispo e, più che fiero, ardente. - Arrivederci sulle nuvole, ché tra cinque anni, quando andrò soldato, farò anch'io l'aviatore. - Tra cinque anni, - disse il mio amico, - noi saremo vecchi paralitici e ca– denti. - Non bisogina esagerare, - ribatté il ragazzo, ma un'ombra di tristezza pareva gli avesse deformato il volto. Il sole cosi vivo e brillante ci metteva. una gr3Jll.voglia di piangere. Egli scappò via, e ci salutò dal cortile con la mano alta nell'aria. GIOVANNI O0MISS0. BibliotecaGino Bìanco
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