Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

Viaggio in Toscana 411 cortesia disponibile, ci rispose che l'·albergo era completamente occupato da cae-ciatori.e che le braciole fumalllti sul fuoco eralllo im– pegnate per costoro. Teneva lo sguardo abbassato e si capiva che mentiv~. I nostri aspetti IIlOn •doveva,noriuscirgli rassicur81Ilti e sotto le sue risposte brevi ed iill!quiete si sentiva il desiderio di vederci partire al più presto. Il suo sospetto collltro di noi era tale che non voleva 1I1eam.che assumersi la responsabilità di illldicarci altro luogo dove poter aocomodarci alla meglio. Il mio amioo lo fissava c01n occhi di odio, ma quello, che ne sentiva indìrettamente la forza,· ililsisteva 1I1el tenere lo sguardo abbassato e rnel dare leggeri ondeg– giamenti alla sua testa patirnata sulle guance d'un rosa irnnocente. Temevo che il mio a,mioo giungesse a qualche atto disperato, cosa che mi seccava, come oramai mi secca,a la sua compagnia, coovinto che ,questo inciampo dipendesse dal suo· aspetto fuori del comurne. Me IIleuscii con 'la sicurezza che oramai mi sarebbe toccato passare la, notte all'aperto, oon l'aria umida che c'era. Maledii la primavera e l'idea di muoverci. Dalle porte s-0cchiuse le donne mi guardavano curiose e, se mi rivolgevo a<l esse per avere una stanza, quelle su– bito mi chiudevamo in faccia la porta, senza rispondermi. Nella pe- 111:ombra della sera tutto, riusciva infido e SOOII1S0181Ilte. Sostai vicino alla piccola chiesa cercallldo di capire a chi fosse dedicata una sta– tua di do1I1nache s'alzava su da un basso piedistallo, quando una voce delicatissima mi chiese nell'ombra: - Bel giovane, •Sietedun– que devoto a Santa Brigida ? Certo state chiederndole la grazia di tr,ovar da dormire per questa notte. -Mipiace la vostra devozfollle. - • Urna veochina tutta biwnca di capelli, lisci sul capo, vispa ed ele– gante, m'aveva preso già sotto braccio, con u!Ilfare di giovilile d'.on!Ila che si porti il cavaliere verso una sala d'a ballo. - Venite ,da me buon giovane, io ho U111 letto per voi e per il vostro amico, e anche da cernare, se volete. - Mi sorprendeva e mi rendeva felice. - Sap– piate che siete giunto ilil un paese di stupido1I1i. Ora vedono diavoli sui tetti, ora la Vergine seduta sugli alberi. Sono tutte ubbie delle donnette buone a nulla. - La voochilila mi condusse giù per un viottolo a una casetta con una bella pergola, sotto la quale erano grandi mucchi di s~hi di carbOIIle.Mi fece entrare. - Vedrete, ve– drete, vi darò una bella stanza a solatìo, e di lì godrete la vista di tutta la valle fino all'Arno. - Accese una cam.dela e mi mostrò la stanza. Di ritorno in cucilila, trovammo il mio amioo in compagrnia di un uomo corporuto ch'era il figlio della 1I1ostra-ospite. - Guai se 1I1ontrovavamo questa buo:na gente; e tutto a causa della tua barba, - gli dissi. La vecchia gli si era appressata come per guar– darlo da vicililo e d'improvviso, messa avanti la c81Ildela,fece il gesto di bruciargli la barba, ma !Ilellostesso tempo con un soffio ne spense la fiamma. Il mio a,mioo s'era fatto indietro d'un balzo, ma, com– preso lo scherzo, ne fu tanto contento da chim.arsia baciarle la mano BibliotecaGmo Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy