Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
410 G. Comisso all'amore. - Un gruppo di ufficiali a cavallo veniva dalla casa vi– cina· i cavalli parevruno pronti a imbizzarrirsi, e gli ufficiali 111el ca– racollare tenevamo fortemente strette le gi111occhia.Alcu111i contadini affannati per la salita, avidi di vedere, ci chiesero dove fossero i morti. Oramai c'era troppa gente lassù; prendemmo u111 viottolo che pareva portasse verso un bel m0111te coperto sulla cima, da un grrun bosco d'abeti, dove si pensava, di passare la notte. Si camminò a lungo, dal viottolo si passò a una strada, da questa anc6ra a viot– toli, ma il monte rnon si voleva avvicinare. All'imbrUITT.ire scorgemmo poco lontano sulle pendici d'un colle u111 piccolo paese; certi di po– tervi arrivare prima di notte, ci sedemmo per riposare. I contadini erano a111c6ra sui campi, vangavano il terreno attorno agli ,olivi e un odore di putrefaziollle esalava dalla, terra smossa. - Senti l'odore della trill1cea, - disse il mio amico. Egli si rivolse a un contadino che si v,edeva di là dalla siepe, e questi, sostando sulla vanga, disse che quell'odore veniva dalle carogne che aveva sep,olto per conci– mare gli olivi. - Come? Come? - si ravvivò il mio amico: - L'olivo simbolo di pace si 111utredi carogne? - Il co111tadinosi divertì ad elencarci ooa sequela di lordure di cui gli olivi vrunno ghiotti : scarpe vecchie, tosature di cavalli, ossa, unghie e coma bovine, filll– ché presi dalla nausea riprendemmo il cammino verso il paese che si chiamava ,Santa Brigida. Era un paese di legnaioli, che 11100 avrà avuto più di una trentina di case. Nei cortili v'erano grandi cataste di legname, tutto era di– sposto co111 c~1ra, ogni qualità aveva il suo reparto, v'erano pali per reggere le viti, quercia tagliata maneggevole, fascine ,di rami ben secchi e sacchi g,ornfidi_ carborne. A1cune mule strunche erruno scese allora dal bosco, e certi uomini immiseriti come se avessero dormito per lungo tempo all'aperto, 111eri e luccicanti negli occhi selvatic i, s'adoperavano a scaricare la legna. Ad ogni scossa nel li– bera.re le groppe delle mule dal carico, i pochi sonagli che queste avevano al collo ti111tin111ivano fessi, e poi le povere bestie rimrunevano immobili come addormentate. Cercammo d'un albergo e al primo che trovammo ci toccò U1D.'accoglienzainattesa. U111 funerale ci aveva preceduto, scompa,rendo in foodo alla straida verso il cimitero, con torce accese, sirnistre, e uomillli incappucciati di birunco. N0111 so se per il senso d'incubo lasciato o piuttosto per l'aspetto stranissimo del mio amico, irsuto di barba e sempre penetrante con lo sguardo sill1oad i111quietare,la paidrona dell'albergo, una d-0111111a piccola e grassa, che doveva essere gravida, subito presa, al nostro apparire, da un convulso che le fece tremare il mento, senza darci una risposta scappò in un'altra stanza. La sentimmo salire le scale, chiamare disperatamente suo marito che discese con non mi111ore paura. Alle mostre richieste di mangiare e di dormire, sforzando tutta la sua BibliotecaGino Bianco
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