Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

400 F. Del Secolo Scriveva nell'ottobre 1904: Eccoti il libro. Il ()arlino non l'ha neni.meno annunziato, gli altri giornali tacciono e taceranno. 'l'i ricordo Lotta politica e Bicicletta, senza fede e senza speranza. Piove : la mia ven_demmiapericola tragi– camente. Un altro disastro. Sto a.l solito, quindi male. Ugo parla sempre di te: sei rimasto e rimarrai il suo migliore amico : ti crede, ti ama. Scrivi. Due settimane dopo : Ho ricevuto la tua cartolina. Ti scrissi e mandai il libro a via; Nardones. F:renzi ha fatto l'articolo oggi 25 sul Carlino. Io sto peggio: in queste settimane di elezioni, le mie piaghe elettorali si riaprono : ec– comi morto per sempre all'azione politica! Come è desolante, ainico: morto quassù e non seppellito. A te voglio bene: scrivimi presto qualche buona notizia. Si sente, IIlelle lettere di questo periodo, l'impazienza, l'insoffe– renza, l'angoscia che UO[l ha più la forza di oontooersi. Nessulilo di IIloiaveva il coraggio di dirgli come gli ostacoli per_ogni tentativo di dare all'opera sua diffusione e fama, s'infrangessero sempre con– tro ostilità e dispregi di ogni sorta. Come mettergli sotto gli occhi fante meschinità ? Il cugililo Giacomo, che gli fu accanto lllelle ore più dure, mi scriveva: « Avete scritto ad Alfredo? Egli era in– quieto con voi del vostro silenzio : rispondetegli, ve ne prego : solllo le uniche consolazioni che lo sollevano lassù lllel suo romitaggio, le lettere di noi che l'amiamo, perché, malgrado tutte le sue ango– losità, egli lo merita>>. Ma il silenzio, per quanto triste, IIlon era meno alilgustiante del riferimento di ulila serie di episodi che venivalilo ad aggiungersi all'annosa incomprensione e ad inacerbirne l'mi,quità? Oriani, pur 111el nostro silenzio, intuiva. Mio cugino Giacomo mi scrive desolatissimo e un po' umiliato che tu non gli abbia nemmeno risposto a due lettere. Le elezioni sono final– mente passate : ecco perché ti scrivo io ancora. Se davvero hai promesso troppo, ebbene, amico mio, sia tutto ci'ò come non avvenuto : io ti serbo tutta la mia simpatia egualmente. Sono troppo vecchio perché certe disillusioni mi riescano nuove: la Lotta, il mio triste capolavoro, da troppi anni subisce queste umiliazioni perché ne risenta nuovo danno. Sarà come Dio vorrà. ! ~eco le povere parole dei miei contadini, forse sono parole vere. A ogm modo se qualche volta vorrai scrivermi, te ne ringrazio fin d'ora. Sentiva, di giomo in giomo, più acuta la pena dell'altrui iln– differenza. BibliotecaGino Bianco

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