Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930
398 F. Del Secolo servirci, non abbia gran volere di assumere una simile responsabilità se non a un patto : che tu ed altri promettiate un vivace e ,serio lavoro di articoli e di réclame per subito dopo la ripubblicazione del volume. Ma questo lavoro non sarà proficuo, come nitidamente mi ha dimostrato il Croce, se non a, quest'altra condizione: che l'Oriani scriva per questa terza edizione un proemio, sia pur battagliero e crudamente brutale, che (tratteggiando a, grandi linee quella lotta politica, modernissima, di cui egli promette l'esame in fine della, sua opera) dia sapore di attualità a tutto il libro, lo completi per il pubblico, fornisca agli articolisti serio e nuovo argomento per una ripresa di discussione la quale conduca, final– mente al buon successo. Infatti, aggiungo io, dov~ sarà possibile trovar un articolaio, se non tu o io, che, già conoscendo il libro ed il suo valore altissimo, osi dire che questa è la più grande opera di storia, degli ultimi anni, senza che un sorrisetto ironico, al ricordo della piccola magagna della copertina cambiata, consigli a se medesimo il silenzio ? Il quale, giuraci, continuerebbe, se il libro si presentasse cosi com'è. Ed il silenzio vuol dir la grave mora delle copie invendute nei magazzeni e negli scaffali. Per giunta vi si potrebbe rimettere anche le sp_esedi spedizione. Questo è quanto ,è stato materia di discorso tra me e Croce. Alle mie parole che volevano dimostrar come l' Oriani non faccia, questione di prezzo e come a qualunque costo egli voglia, disfarsi di queste copie, il Croce ha promesso di riscriver subito al Laterza (anche prima che giunga la tua risposta circa alla prefazione) per chieder al suo senno editoriale un consiglio intorno un possibile lanciamento del libro. Nel Croce poi riguardo a tutto questo, credimi pure, non è tanto timore di dar un cattivo consiglio al Laterza quanto il desiderio che non invano la mon– tagna delle copie viaggi da Milano a Bari e quindi, rispedita in pacchi, per altre città e città fin che integra si ricomponga nel luogo di partenza. Cosi stanno le cose. Niente ho voluto attenuare o nascondere . .Sarai tu giudice se sia opportuno o no far leggere all'Oriani queste linee o più tosto, perché il suo nobile orgoglio non venga ferito, esporgli con cautela di amico la situazione. Quanto al Morano, non ci pensa.re . Anche lo Zaniboni ci ha rinun– ciato. Mi ha detto oggi che te ne scriver à. Concludendo. Il Croce potrà imporsi al Laterza: ma bisogna, ch'egli sia sicuro che il libro vada. Il libro, con un semplice scambio di etichetta, non andrà ne.I mercato librario perché i bibliopoli lo accoglie– ranno con indifferenza ed i giornali non ne parleranno (è fatale, è turpe, è orrendo, ma è cosi). Quindi è necessario che un elemento nuovo (la prefazione di Oriani, di de Amicis, di' Colautti o di altri) dia fiducia all'editore, curiosità al pubblico, fervore agli articolisti. , !o,. per quanto posso, sono a, tua disposizione, anche per amore al- 1 Or1am che non conosco e ch'è inutile ch'io conosca. Come ti ho detto, il Croce riscrive oggi al Laterza. · Intanto è necessario che tu mi risponda subito alle su dette domande o proposte: perché si venga, a qualche cosa di definitivo prima che il Croce parta per Perugia (il 27). Non farmi proposte circa il Pierro: è un editore che p_eccad'inerzia. La Lotta politica cambierebbe i magazzeni milanesi per i napoleta,ni. BibliotecaGino Bianco
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